Ferruccio Dardanello (foto a lato) fu il riferimento istituzionale di quella manifestazione per la provincia di Cuneo, in qualità di presidente del Comitato Cuneo Mondiali 1990. A lui il compito di spiegare la genesi del connubio tra Mondovì e Costa Rica.
«Quando scoprimmo che la sorte aveva consegnato al Piemonte e alla Liguria il girone B, cercammo subito di metterci in azione. Non nego che tentammo di avvicinare anche le altre nazionali e in particolar modo il Brasile, che faceva gola un po’ a tutti. Fu cruciale, però, il ruolo svolto dal Console onorario del Costa Rica a Torino Augusto Boetti, che ci consentì di attivare subito un filo diretto con la presidenza costaricense, fondamentale per poter avere la loro presenza in provincia». «Ad accompagnare la nazionale», aggiunge Dardanello,
«c’era Oscar Arias Sanchez, presidente della Repubblica in quel quadriennio e che nel 1987 aveva vinto il premio Nobel per la pace per il suo grande impegno per la stabilizzazione dei rapporti nel Centro America. Un uomo d’oro, dai valori umani e culturali senza eguali». Sui ricordi di quel soggiorno costaricense uno spicca su tutti: «Fu indimenticabile la festa dopo il successo contro la Svezia.
La popolazione monregalese rispose alla grande alla nostra chiamata ed invase le strade, accogliendo i giocatori come se si trattasse della nazionale italiana. Credo che il vero amore tra Mondovì e il Costa Rica nacque proprio lì, mentre la cenerentola dei Mondiali si stava trasformando in una regina».
Le ripercussioni positive di quell’estate del 1990 riguardano anche il turismo del territorio che segnò in quell’occasione un punto di inizio. «Dovrò sempre ringraziare mio fratello Piero, all’epoca direttore di Tuttosport. La valorizzazione e la promozione della provincia potevano passare solo attraverso la presenza di Cuneo sui grandi media e fu lui a farmi intuire che questi erano raggiungibili esclusivamente ospitando i grandi eventi sportivi di massa.
In quello stesso anno il Cuneese tornò ad ospitare una tappa del Giro d’Italia, avviando un filotto di ben diciotto anni in cui il grande ciclismo passò per le strade della Granda. Il culmine si raggiunse nel 2008, quando per tre giorni la carovana del Tour de France fu ospitata e animò i nostri territori, consentendoci di avere una visibilità unica».