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Il Villaggio sicuro di Fontanafredda riapre le porte

A Serralunga d’Alba si lavora per attuare un vero e proprio “Rinascimento verde”, nel segno di vino, cucina e ospitalità

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“Rinascimento verde” non è nulla di fantascientifico, ma è il segno tangibile di una ripartenza. Quella ben sintetizzata nel corso del piacevole incontro con Andrea Farinetti nei giardini del Villaggio Fontanafredda a Serralunga d’Alba.

«Abbiamo immaginato un nuovo rinascimento, il “rinascimento verde”, due epoche a confronto: 500 anni fa e oggi. Cambia lo scenario e mutano i valori per ottenere il medesimo risultato: rinascere. È ora di cambiare prospettiva, insieme possiamo dare origine a una nuova comunità costruita sul rispetto del pianeta, riscoprendo il gusto di condividere. Oggi abbiamo toccato con mano, e questi mesi di stop forzato lo testimoniano, che le catastrofi possono verificarsi e solo noi possiamo evitarle. Ci siamo domandati se ciò che è stato intrapreso sin ora fosse giusto o sbagliato.

Abbiamo riflettuto, mettendo in discussione le nostre decisioni, le scelte fatte, ma soprattutto volendo intuire e anticipare quali saranno le future strade da percorrere. E la risposta che ci siamo dati è che l’impegno dovrà essere rivolto alla costruzione di un nuovo Rinascimento, facendo tesoro di uno dei movimenti artistico letterari più famosi al mondo».

Nato in Italia e diffuso in tutta Europa è stato il trampolino di lancio per il passaggio dal Medioevo all’età moderna. Botticelli, Leonardo, Michelan-gelo e molti altri furono i protagonisti di questarivoluzione artistica, che portò al contempo a una grande prosperità economica.

Uno dei suoi elementi fondanti fu quello di mettere l’uomo al centro dell’universo, della terra. Oggi siamo chiamati a cambiare questa prospettiva. Abbiamo bisogno di rovesciare questo paradigma, mettendo la terra al centro dell’uomo. Il nostro pianeta ci sta chiedendo aiuto e non possiamo più essere indifferenti perché ne va del nostro futuro. Un domani, che a Fontanafredda si traduce in vino, cucina e ospitalità».

La riapertura di queste settimane sintetizza appieno questa filosofia…
«A Fontanafredda il rispetto per la terra è un modo di essere e di pensare, che ci ha portato, dal 2018 ad avere 120 ettari coltivati a biologico.

Uno stile di vita che accompagna le scelte quotidiane facendoci immedesimare nella pianta, nella terra, imponendoci di eliminare i concimi di sintesi, i diserbanti e i trattamenti sistemici, avendo cura del nostro territorio unico al mondo e, dobbiamo averne cura. Un ambiente che include il Bosco dei pensieri con al centro il laghetto, espressione del riutilizzo all’infinito di tutte le nostre acque; l’hotel diffuso, “La Casa dei conti”, la bottega del vino, cantine storiche per tour alla scoperta del vino e dei suoi processi di invecchiamento ed affinamento; l’osteria “Disguido al Garden”, una location inedita all’aperto, in piena sicurezza, e lo stellato “Guido Ristorante” per un’esperienza esclusiva nelle ampie sale della Villa Reale un tempo appartenuta a Vittorio Emanuele II e alla contessa Rosa di Mirafiore, nota come “Bela Rosin”.

Consapevoli del ruolo essenziale che l’energia ha per lo sviluppo e la crescita nel nostro quotidiano il nostro prossimo obiettivo è di utilizzare sempre di più tecnologie innovative per ridurre al minimo i nostri consumi e l’impatto sull’ambiente. Entro un anno e mezzo, il Villaggio sarà il primo in Italia 100% a energia sostenibile e rinnovabile, tutta autoprodotta».

«Il rispetto della terra», conclude Andrea Farinetti, «si trasferisce nel nostro vino e diventa anche rispetto per le persone. Perché il vino è convivialità, condivisione di piaceri e saperi: una rinascita di valori che ha un colore ben preciso nel nostro imminente futuro… il verde».

Con sfumature altrettanto marcate nei luoghi d’ospitalità che il villaggio racchiude…
«Esatto», ribadisce Alice Laratore, coordinatore Ospitalità. «Nella nostra tenuta le camere e le suite, con vista mozzafiato sulle colline delle Langhe, offrono ampi spazi, il massimo del comfort e ambienti accoglienti e luminosi. Inoltre, i nostri ospiti possono godere della colazione servita in camera, composta da una selezione di prodotti gourmet del nostro territorio. Con queste attenzioni assicuriamo il massimo delle precauzioni, senza compromettere il valore di un’esperienza individuale, assolutamente indimenticabile, di cui il visitatore deve poter godere in questo magnifico territorio».

«La fortuna di essere inseriti in un incontaminato spazio naturale», ribadisce Piero Alciati, «ha trasformato il Garden del Lago, padiglione in stile “liberty” immerso nel parco, in un giardino a cielo aperto: uno spazio ristorativo, nel quale si è spostata l’osteria “Disguido”, aperta a pranzo e cena per un massimo di 60 persone nella certezza di garantire a tutti il corretto di stanziamento.

La formula raddoppiata per servire a pranzo e cena si è arricchita della griglia, una novità presente tutte le sere e a pranzo anche il sabato e la domenica. “Guido Ristorante”, invece, è aperto ogni venerdì, sabato e domenica. In questa magica “location” riusciamo davvero a coccolare, come nel nostro stile, i commensali. L’atmosfera del locale non è cambiata e noi abbiamo lavorato, in questi mesi per migliore l’accoglienza. In ultimo, c’è il no stro Bistrot che riaprirà a fine giugno sfruttando il “dehor” antistante la Villa».

Signor Ugo, con suo fratello Piero siete gli eredi di una grande tradizione culinaria. Che ricordi conserva della cucina di sua madre?
«Io sono davvero nato in cucina. Sedevo nel seggiolone, perché mia mamma cucinava di continuo. All’epoca vi era meno frenesia e i legami con la terra e i produttori locali erano quotidiani, cosa che forse si è un po’ persa. Noi l’abbiamo conservata, facendone tesoro, costruendo da sempre con allevatori e coltivatori della zona, e da qualche anno addirittura producendo noi stessi quelle materie prime che nascono nel nostro orto, che usiamo nella nostra cucina.

La pandemia ha certamente rallentato l’afflusso del turismo internazionale, che ha sempre apprezzato la nostra filosofia di trasformazione “leggera” delle materie prime, a vantaggio di un gusto essenziale, pulito. La pausa ci ha fatto riflettere sull’opportunità di concentrare l’attenzione sui nostri cavalli di battaglia come gli agnolotti, creando intorno a questo primo piatto, una vera e propria esperienza, una degustazione che il patron Oscar Farinetti ha denominato “la verticale”: sfoglia sottile al tovagliolo, quadrati al ragù e la ricetta di Lidia al sugo di arrosto.

Il nostro nuovo menù dunque desidera offrire un viaggio nella cucina più tradizionale, con la riproposizione di un menù degustazione preparato con le migliori materie prime del giorno. A vantaggio di una esclusività che è la chiave della proposta che deve sempre offrire “Guido Ristorante”.

“Se l’equilibrio governa l’universo, deve governare anche la cucina”, è un mio mantra. E questo periodo è l’occasione migliore per riscoprire il valore dell’autenticità».

La cucina di Ugo Alciati non gioca nel recupero di ingredienti in eccesso, quanto nell’oculata gestione delle materie prime.

«Il recupero per noi è il non sprecare quello che abbiamo a disposizione».
Il Villaggio di Fontanafredda ridisegna i paradigmi del passato per adattarsi ai bisogni del presente.

Questa è l’anima post Covid di Fontanafredda. Una nuova prospettiva, ma con la stessa sostanza. Anzi, migliore di prima e più rispettosa del nostro Pianeta.