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«L’euforia delle notti magiche fu davvero contagiosa»

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La carriera di Bruno Pizzul è stata profondamente legata alla Nazionale italiana di calcio, all’inizio come seconda vo­ce e poi come primo telecronista. «Mi trovai praticamente catapultato a commentare la prima partita del­l’Italia alla Coppa del mondo 1986, in Messico, in quanto il telecronista designato, il compianto Nando Martellini era indisponibile, avendo accusato un lieve malore dovuto probabilmente all’elevata altitudine», racconta Pizzul, che si sofferma anche sui Campionati del mondo disputati in Italia nel 1990. Le sue parole: «Quello fu un periodo davvero speciale, definito, non a caso, “delle notti ma­giche”.

Ovunque si respirava entusiasmo, dovuto anche al fatto che in quegli anni diverse squadre italiane stavano mietendo successi a livello internazionale. E poi c’era la Nazionale di Azeglio Vicini (foto a lato), molto giovane, che ispirava simpatia, specie dopo le prime vittorie.Totò Schillaci era estremamente ispirato e trasformava in gol ogni pallone toccato.

Inoltre, stava diventando sempre più luminosa la stella di Roberto Baggio (foto in alto, nella pagina a destra). Insomma, l’intero Paese venne invaso da un’ondata di euforia che gli scettici provarono a fermare, snobbando l’evento e invitando a ritirarsi nella cittadina toscana di Capalbio per non sentire parlare di calcio. Purtroppo ci risvegliammo in modo brusco a Napoli, nella semifinale contro l’Argentina, in cui, peraltro, molti tifosi italiani sugli spalti fecero il tifo per il più illustre (e pericoloso) degli avversari, Diego Armando Maradona.

Nel­l’edi­zione successiva dei Mondiali, andati in scena negli Stati Uniti d’America nel 1994, l’Italia, trascinata da uno strepitoso Baggio, riuscì addirittura a raggiungere la finale: la sconfitta in finale fu comunque me­no dolorosa rispetto a quanto accadde in Italia nel 1990 in cui, visto il cammino compiuto dalla nostra formazione, la vittoria era alla portata.

Ho chiuso la mia bellissima ed emozionante esperienza al fianco degli azzurri ai Mondiali co­reani: c’era da aspettarselo che la squadra di casa sarebbe stata aiutata dagli arbitri, ma non in modo così evidente. In ogni caso, se Vieri non avesse sbagliato quel gol allo scadere staremmo probabilmente parlando di un’altra storia. Il calcio, però, è fatto di episodi».