Durante l’emergenza legata alla diffusione del coronavirus Covid-19 ha acquisito un ruolo chiave l’“e-learning”, sistema di apprendimento a distanza che si basa sull’utilizzo di piattaforme web accessibili tramite computer e dispositivi mobili connessi a Internet. Costretti a restare nelle proprie abitazioni per via del “lockdown”, abbiamo dovuto portare avanti le nostre attività da remoto. Ciò si è verificato nell’ambito degli impegni lavorativi, con lo “smart working”, e anche nel campo della didattica, in ogni sua espressione. Le restrizioni conseguenti alla pandemia non hanno lasciato alternative rispetto all’apprendimento online, che è stato proposto sia per la formazione scolastica che per quella universitaria, ma anche per la formazione professionale e quella aziendale. Questa transizione, seppure difficoltosa, è stata resa possibile dalla tecnologia e, in questo caso, dai servizi di “e-learning”. Le possibilità, in questo senso, erano già numerose prima dell’esplosione dell’emergenza sanitaria: questo perché l’apprendimento digitale (come del resto il lavoro smart) non è un’invenzione dei giorni nostri. Le università, ad esempio, da anni mettono a disposizione dei loro studenti portali di “e-learning”, in alcuni casi sviluppati direttamente dai dipartimenti informatici interni delle facoltà. Fulcro del servizio è proprio la piattaforma tecnologica che consente di creare e gestire le varie attività formative, dando al contempo la possibilità di condividere materiali multimediali, aule virtuali, forum di discussione e messaggi istantanei. Numerosi siti di “e-learning” si appoggiano a portali di video su richiesta, in modo particolare YouTube, per mettere a disposizione degli utenti le lezioni in “streaming”. Per la distribuzione dei corsi online, ma anche per l’iscrizione e il tracciamento delle attività, spesso utilizzabili via “cloud”, si segnalano, solo per citarne alcune, Sap Litmos, LearnUpon, Docebo, TalentLsm, Mindflash, TopHat ed eFront. Ecco, invece, i nomi delle piattaforme più conosciute e utilizzate per l’apprendimento a distanza: Khan Academy, organizzazione senza fini di lucro che offre la possibilità di seguire gratuitamente corsi online basati su videolezioni caricate su YouTube; Coursera, servizio sviluppato da docenti dell’Università di Stanford e noto in modo particolare negli Stati Uniti d’America che mette in rete circa cento facoltà universitarie; Udacity, raccolta di videolezioni accompagnate da test di valutazione e rilascio (a pagamento) di un attestato di frequenza; Moodle, una delle piattaforme più diffuse per la gestione dei corsi a distanza. Da tenere d’occhio anche Iversity e Microsoft Teams. Meritano sicuramente un cenno pure i nuovi scenari che caratterizzano le attività delle aziende, dove si stanno sperimentando forme avanzate di formazione a distanza che prevedono l’implementazione dell’“e-learning” con servizi di realtà virtuale e aumentata che hanno il pregio di attivare la componente esperienziale.
Nuove Tecnologie – Apprendere a distanza
L’emergenza coronavirus ha incrementato il ricorso ai servizi online di apprendimento da remoto. Nelle aziende, l’“e-learning” è stato potenziato con soluzioni di realtà virtuale.