Che le Langhe, così come tutta la provincia di Cuneo, siano un territorio affascinante, è ormai risaputo.
A prescindere dalla passione per lo sport o per il turismo ciclistico, immergersi nei paesaggi vitivinivoli riconosciuti patrimonio Unesco, anche solo per poche ore, tra filari di uva e alberi di nocciole, è un vero toccasana per corpo e cervello.
Un modo sicuro, lontano dalla massa e certamente salutare per visitare queste zone restano la bicicletta o le attività di trekking..
Un po’ perché effettivamente muoversi tra queste colline ad una velocità moderata, rispetto ad un’automobile, fa sì che si possano osservare meglio particolari che altrimenti passerebbero in secondo piano, e un po’ perché non c’è pratica sportiva migliore per smaltire le calorie accumulate tra degustazioni in cantina e cene tipiche, di una bella pedalata.
Ecco allora il primo consiglio: tra i castelli del Barolo, per respirare il vero spirito della Bassa Langa, nutrire gli occhi con panorami mozzafiato e sfiorare il legame tra uomo e territorio.
Le costanti del percorso saranno la vite e i magnifici manieri che dominano paesaggio e colline, entrambi frutto del duro lavoro e dell’ingegno di generazioni degli abitanti di quest’area benedetta dalla bellezza paesaggistica e da uno straordinario microclima. Il tour inizia a La Morra, centro nevralgico della zona di produzione del vitigno nebbiolo e punto panoramico più alto dell’area (da non perdere il belvedere immerso nel centro storico del paese), per scendere verso Barolo. Il comune che dona il nome al vino di fama internazionale saprà affascinarvi per l’eleganza del suo borgo e l’imponente profilo del castello (oggi sede dell’Enoteca Regionale del Barolo e del Wimu, il museo del vino). Proseguendo accompagnati da distese di vigneti a perdita d’occhio si raggiunge l’abitato di Monforte d’Alba, dotato di un centro storico straordinario risalente all’anno mille e di un anfiteatro a dir poco suggestivo. Tale gioiello della Langa si distingue per la presenza di numerosi ristoranti, cantine e vinerie di alto livello ed è un esempio di rara vivacità turistica e culturale.
Lasciandosi guidare dalla strada si scende in seguito verso Dogliani e l’area di produzione del Dogliani Docg (da visitare il suggestivo centro del paese caratterizzato da numerosi edifici in stile neogotico), dove sarà possibile ristorarsi prima della salita (dislivello di 430 metri) verso il confine ideale di questa parte di territorio nel comune di Serravalle Langhe. L’itinerario prosegue sfiorando l’Alta Langa e le sue tipiche coltivazioni di nocciole per ritornare nel regno incontrastato della vite scendendo verso Sinio, villaggio dominato dall’omonimo castello.
La pedalata prosegue in direzione di Serralunga d’Alba e del suo castello, meta obbligata di ogni visitatore interessato alla storia di queste colline per raggiungere Grinzane Cavour. Il vivace borgo è da sempre un palcoscenico della viticoltura e delle sue innovazioni nella storia. Una volta riposati si proseguirà verso Verduno (punto panoramico di pregio e comune di produzione del vino “Verduno Pelaverga”) per concludere il percorso rientrando a La Morra dove non si potrà rifiutare un calice del “vino dei Re e del re dei vini”.
Coloro che invece preferiscono esplorare camminando possono scegliere quale meta di partenza Cherasco, una città ricca di storia e cultura, allo spartiacque tra le colline delle Langhe e la pianura cuneese. Una cittadina che ha molto da offrire ai suoi visitatori: un ricco calendario di eventi, palazzi ricchi di storia, enogastronomia. Ma non solo: ci si può anche immergere nel verde della natura regalandosi un po’ di relax sui percorsi naturalistici attorno alla città.
Gli itinerari, in questo caso, sono percorribili solo a piedi, si raccomanda l’uso di calzature adatta a percorsi sconnessi e un atteggiamento rispettoso verso la natura che ci ospita.
Il più “gettonato” è senza dubbio il Sentiero di Rio Crosio.
Il sentiero indicato corre lungo il Rio Crosio e permette di godere del fresco fondovalle che cinge la città. Ha come punto di partenza il Viale della Sibla, davanti al Castello: da qui si scende per alcuni tornanti fino a raggiungere una biforcazione, seguendo l’indicazione S 1 si raggiunge il fondovalle dove scorre il Rio Crosio, lo si costeggia e si attraversa fino ad arrivare ad un’antica ghiacciaia da tempo abbandonata. Successivamente, si percorre la vecchia strada per la Roncaglia per poi attraversare l’asfalto della Salita Vecchia e risalire a Cherasco attraverso il “bosco Bonfante”. L’arrivo di questo primo sentiero è posizionato dietro il Santuario della Madonna del Popolo, edificio che vale una attenta esplorazione.
La costruzione, ultimata nel 1702 su progetto del pittore e architetto cheraschese Sebastiano Taricco, conserva all’interno preziosi stucchi ad opera del Ticinese Beltramelli e ricche testimonianze d’arte, quali gli affreschi dell’Aliberti e le due statue lignee del cheraschese Bonante. Nel presbiterio due rare “adorazioni” provenienti dall’eremo Camaldolese di Selva Maggiore, due tele di Giovanni Claret e opere di Taricco e dell’Aliberti.