S’intitola “Da 5 Bloods-Come fratelli” il nuovo film del premio “O­scar” Spike Lee, approdato nei giorni scorsi su Netflix in streaming. Il film è il potente racconto dell’epopea di una sconfitta, vista con gli occhi di chi più l’ha subita. Il film, ispirato a una storia vera, si sviluppa su due livelli temporali: da una parte il passato, con la guerra in Vietnam, le manifestazioni negli Stati Uniti e alcune immagini che sembrano di repertorio. Dall’altra il presente, con la storia dei quattro veterani afroamericani ultrasessantenni. Paul (Delroy Lindo), Otis (Clarke Peters), Eddie (Norm Lewis) e Melvin (Isiah Whitlock, Jr.), che ritornano in Vietnam per cercare i resti del loro caposquadra Norman (Chadwick Boseman), caduto in battaglia, ma non solo: anche un tesoro di lingotti d’oro, trovato nella carcassa di un aereo e poi sepolto. Alla spedizione si unisce il figlio di Paul (Jonathan Majors), che con il padre non ha un buon rapporto, e il francese Desroche (Jean Reno), che si offre di convertire l’oro in denaro e trasferire i fondi in un conto “offshore”, ovviamente se ricompensato. L’arrivo in Vietnam è traumatico: ai quattro amici si ripresenta davanti un territorio che per anni hanno combattuto, e ad aspettarli nella giungla sono i fantasmi di un passato difficile da cancellare, che porteranno alla mente emozioni altalenanti, sensi di colpa, delusioni, umiliazioni per un America che successivamente li ha trattati con disonore: discriminazioni razziali, povertà, nessun riconoscimento, rimorsi e riserbo. I quattro eroi dovranno scontrarsi con l’essere umano, con la forza della natura, oltre che affrontare quello che ha lasciato davvero la guerra: una devastazione durevole dovuta alla sua dissolutezza. Un ritratto azzeccato di una guerra simbolo, che non è mai finita. Spike Lee riflette su cosa voglia dire essere afroamericano in Usa, senza però dichiararli innocenti tutti, ma scavando profondamente nelle loro contraddizioni.