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Un libro per raccontare “il virus della paura”

Tarro chiede di individuare le responsabilità di chi all’inizio ha sottovalutato l’epidemia e poi ha fatto leva su «milioni di ipocondriaci»

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Per spiegare il suo punto di vista, ha scritto un libro. Il titolo è eloquente: “Covid: il virus della paura”. È partito dagli stessi concetti espressi nella nostra intervista: perché in Italia si è partiti da concetti come #milanononsiferma oppure “covid rischio zero” con un cambio di rotta che ha poi costretto tutta la popolazione a chiudersi in casa.

Per fare questo, sono stati considerati contagiati solo coloro che risultavano positivi ai pochi tamponi disseminati nelle diverse regioni. E anche il conto delle vittime è stato condizionato fin dal primo momento. E successivamente, un fantomatico ritorno dell’epidemia ha impedito una ripresa delle normali attività creando milioni di ipocondriaci. Tutto questo mentre in altri paesi le scelte erano diverse. Colpa – secondo Tarro – di scienziati che non hanno fatto chiarezza, mentre chi ha espresso pareri fuori dal coro è stato attaccato duramente. Tarro cita Mark Twain: «È più facile ingannare la gente piuttosto che convincerla di essere stata ingannata»