“Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano”. Inizia così il capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry che attraverso il viaggio del Piccolo Principe ha mostrato l’importanza di saper guardare al mondo con occhi nuovi, conservando quel pizzico di magia dell’infanzia che ci permette di credere nelle nostre passioni e nella bellezza.
Nel comune di Ormea, a cavallo tra i monti del Piemonte e il mare della Liguria, due sorelle, Fiorenza e Roberta Biancheri, hanno deciso di “credere nella magia e nella bellezza” aprendo un laboratorio artigianale specializzato in bambole, “Believe in magic”, dove realizzano dei piccoli gioielli di artigianato.
IDEA ha contattato Fiorenza, per scoprire di più sulle loro creazioni, tra le quali è presente anche il bambolotto di “Baby George”, il principe di casa Windsor, terzo in linea di successione al trono.
Fiorenza, quando nasce la sua passione per le bambole?
«Da sempre… Fin da piccola le ho sempre amate più di ogni altro giocattolo; ovviamente da bambine io e mia sorella non ne avevamo molte, poi con l’adolescenza mi sono appassionata alla Barbie e crescendo le avevo un po’ abbandonate dedicandomi alla collezione di quelle di porcellana. In passato avevo provato a creare qualcosa, in particolare disegnavo i modelli degli abiti e creavo i vestiti, poi un po’ di anni fa ho deciso di crearne una, mi sono documentata e ho trovato il materiale in Germania; nel 2000 ho seguito un corso a Torino specifico per la lavorazione della ceramica».
Quanto tempo occorre per realizzarne una?
«Per un bebè di circa 50 centimetri, partendo dalla realizzazione della scultura fino alla creazione finale, impiego circa 20 giorni, ovviamente se non si verificano imprevisti legati alla cottura; per creare invece una bambola partendo dalle parti in vinile, che sono da dipingere, meno. Ci metto davvero l’anima nelle mie creazioni, sono le mie “bambine”, quando le impacchetto per spedirle è difficile separarmi da loro, ma spero facciano felici le persone che le ricevono».
Quali materiali utilizza?
«Realizzo sculture in pasta polimerica che viene cotta in forno a 100 gradi, quindi a una temperatura decisamente più bassa rispetto alla ceramica, l’aspetto finale delle bambole è impressionante, sembrano neonati veri. Indipendentemente dal materiale è sempre un lavoro delicatissimo, anche la fase della colorazione e della pittura richiede una buona tecnica».
Le sue bambole hanno avuto un grande successo all’estero…
«Sì, le richieste maggiori arrivano da Stati Uniti, Francia, Giappone, Regno Unito. La prima, che ho realizzato interamente a mano nel 2005, l’ho venduta a una ditta americana. Mi capita di realizzare pezzi unici per i quali vengono fatti gli stampi per riprodurle in vinile o in silicone. Ho iniziato collaborando con la “Ashton Drake” e ultimamente con la “Paradise Galleries” (entrambe sono ditte specializzate nella vendita di bambole a livello internazionale, ndr)».
Sono pezzi unici, anche di un grande valore, vero?
«Una bambola realizzata a partire dalla scultura non ha eguali e può costare anche duemila euro; un bebè “reborn” o in vinile spazia dai 400 ai 600 euro, dipende anche dalle richieste dei committenti. Alcuni mi chiedono di realizzare delle bambole sulla base di fotografie di figli o nipoti, ed è anche possibile crearle con pezzi preesistenti e allora il costo è inferiore».
Perché il laboratorio ad Ormea?
«Da anni io e mia sorella Roberta volevamo aprire un negozio insieme, prima ne avevo uno di “souvenir” a Seborga, dove vivo, ma ho sempre conservato la mia passione per le bambole, così nel 2017 l’ho chiuso e ho iniziato una nuova avventura. Il negozio “Believe in magic” lo abbiamo aperto a Ormea lo scorso settembre. Siamo molto legate a questo paese, ci è sempre piaciuto, ci passavamo l’estate, poi lei ha deciso di trasferirsi qui».
Le sue “bambole” hanno ottenuto riconoscimenti internazionali, l’ultimo quest’anno…
«Ho ricevuto il premio del concorso indetto per il 2020 dalla rivista “Dolls Magazine” nella categoria “Repaint and face up” (si tratta di rielaborare completamente una bambola in vinile, viso, capelli, occhi, ndr), si cambiano i materiali, ad esempio la capigliatura viene sostituita con parrucche in mohair o capelli veri e poi si creano gli abiti, fatti a mano.
Ho vinto anche un premio con una bambola venduta in precedenza alla “Paradise Galleries”, nella categoria “Collectible baby dolls”. Per me è stata un’emozione, sono orgogliosa di questi riconoscimenti».