Portare avanti senza interruzioni la pubblicazione di un giornale, soprattutto di questi tempi, ha il sapore di un’impresa. O forse di un record: 35 anni in mezzo alle tempeste del mercato non sono pochi. Carlo Borsalino, editore e oggi direttore “pro tempore” della Rivista IDEA, sa che la ricetta del successo è complicata. Può diventare più semplice «applicando al lavoro tanta passione e amore».
Carlo Borsalino, ci racconti della scintilla iniziale che ha fatto nascere IDEA…
«Più che una scintilla sono state tre considerazioni: prima di tutto, il fatto che i cuneesi hanno sempre avuto un grande senso di appartenenza nei confronti di questa terra. Poi, la grande estensione della provincia, appunto “Granda”; infine, la consapevolezza che mancasse un periodico, un settimanale, in grado di unire un territorio dove, ad esempio, la distanza tra Santo Stefano Belbo e Limone Piemonte è di 107 chilometri».
Perché ha pensato proprio a un giornale?
«Perché una rivista era il mezzo ideale per valorizzare i personaggi, le aziende e il territorio stesso. Avevo già fatto esperienza nel campo dei “media” occupandomi di Telecupole come agenzia di pubblicità. La rivista avrebbe dovuto avere la stessa capacità della televisione di arrivare a tanti, raggiungendo quindi anche i luoghi di aggregazione, come sale d’aspetto o locali. Insomma, una sorta di tv su carta, senza canone».
Ecco perché la scelta di puntare sulla “free press”. C’erano altri esempi all’epoca?
«No, fu un altro tratto distintivo».
La Rivista IDEA ha rapidamente conquistato un suo spazio: come è stato possibile?
«Il lavoro di preparazione, in realtà, è stato lungo e complesso. Abbiamo cominciato ad applicare il “business plan” redatto a settembre del 1985; su quella base contattai gli stampatori: le prime prove con Milano Stampa, gli accordi presi con Fotomec a Torino. Poi la testata, disegnata dal grafico Biagio Cairone che realizzò tre proposte. A quel punto c’era da organizzare la rete giornalistica. Chiesi a Enrico Heiman di fare il direttore: lo avevo conosciuto in occasione di alcuni appuntamenti legati allo sport; non disse subito “sì”, ma poi si convinse. Fu prezioso il lavoro come segretaria di Iole Massa, che passò poi il testimone a Tiziana Bisson, e di Mara Peruzzi, che coordinò il lavoro redazionale per diversi anni, prima di essere sostituita in quel ruolo da mia figlia Simona, continuando comunque a collaborare come curatrice della rubrica delle ricette di cucina».
IDEA ha saputo farsi apprezzare fin dai primi numeri. Quale è stato il suo segreto?
«Non abbiamo mai alimentato polemiche: le inchieste e il racconto dei fatti sono sempre stati ispirati dal tentativo di favorire un dibattito costruttivo. Abbiamo fatto costantemente sentire la nostra voce per proporre soluzioni, favorire iniziative, senza mai creare incomprensioni».
Quali i temi di discussione più importanti in questi anni?
«La questione dell’ospedale di Alba e Bra, l’autostrada Asti-Cuneo e la promozione del turismo enogastronomico».
Come riassumerebbe la linea editoriale di IDEA?
«La filosofia è sempre stata quella di dare maggiore visibilità ai protagonisti dei singoli settori. E, poi, di unire una provincia “Granda” mettendo in risalto l’impegno di uomini, aziende e attività legati al turismo e agli eventi. Ovvero, guardare a ciò che la gente considera le cose più importanti. Anno dopo anno abbiamo documentato i progressi di un’intera provincia. Penso, ad esempio, all’apertura all’export, che abbiamo sostenuto con IDEA Tourism, prima su carta verso l’Europa e poi su Internet per tutto il mondo».
Un’altra caratteristica di IDEA è stata quella di essere sempre al passo con i tempi.
«Non ci siamo mai fermati. All’inizio con 20 mila copie e una cadenza bimestrale, poi come mensile – brossurato e su carta patinata – e dal 2009 settimanale. Trasformazioni dettate dall’esigenza di accelerare il ritmo, di arrivare a un numero sempre maggiore di clienti e lettori. E anche l’informazione è diventata più puntuale. Così, nel 2005, è nata anche la versione web di IDEA che, fin dall’inzio, ha contribuito a far crescere la rivista su carta, e viceversa, in sintonia perfetta».
La rivista è sopravvissuta anche all’attacco del coronavirus.
«Per cinque numeri, abbiamo proposto la rivista solo sul web, rendendola interattiva e multimediale: questo ci ha permesso di aumentare il potenziale dei lettori per un totale di 3,5 milioni di utenti unici all’anno. Abbiamo consolidato il rapporto con chi ci segue e con gli inserzionisti e ricevuto molti messaggi di stima. Il 7 maggio siamo tornati su carta, raccogliendo buoni frutti conseguenti al fatto di aver ampliato la nostra platea a Piemonte, Lombardia e Liguria».
La soddisfazione maggiore?
«Aver condiviso con la mia famiglia tutti i miei percorsi professionali e aver coinvolto i miei figli, entrati in redazione giovanissimi e ora presenti con un ruolo attivo e prezioso. E, ancora, aver stretto significativi rapporti di lavoro con tantissimi imprenditori del territorio».
E il futuro?
«IDEAWEBTV.IT in “streaming”, con servizi interattivi su misura per i lettori. In ogni caso, la rivista cartacea rimarrà il nostro punto di forza».
Una dedica finale?
«Lasciatemi ringraziare, con gratitudine, tutti i direttori che negli anni hanno fatto crescere il giornale e i validi e numerosi collaboratori che hanno reso possibile tutto ciò».