La bellezza e l’unicità di un luogo non si misurano esclusivamente dalla sua popolarità. Resta innegabile però l’orgoglio di apprendere che anche testate internazionali sanno apprezzare e promuovere il valore paesaggistico del Roero. È successo, qualche settimana fa. “The Guardian”, storica testata giornalistica britannica (fondata a Manchester, ma con sede a Londra: per sua stessa auto-definizione, il più autorevole organo d’informazione liberale a livello europeo e planetario) ha deciso di occuparsi di questa zona in una rubrica ad hoc diffusa sulla sua versione online internazionale. In un corposo servizio teso a segnalare tre aree italiane come valide mete turistiche per il periodo delle vacanze, in una ristrettissima pattuglia in cui il Roero è stato abbinato all’Alta Badia per quanto concerne invece le ferie a sfondo montano, e alla Costa Toscana per ciò che attiene invece le destinazioni marittime.
Nell’articolo firmato dalla giornalista Liz Boulter si sono approfonditi così caratteri peculiari dell’areale roerino come le rocche e il patrimonio ambientale, puntando dritto a centri come Monteu Roero, citando altri aspetti-cardine come il tartufo e la rete dei castelli.
Il Guardian ha sottolieato la bellezza del paesaggio collinare del Roero, noto in Italia e nel mondo anche per l’eccellenza dei vini che vi si producono. «Ma non è solo il vino ad essere eccellente qui», scrive la testata inglese. E parla della bellezza delle città come Bra, dei centri storici pieni di negozi a conduzione familiare che vendono prodotti artigianali. E allore scopriamo questo territorio alla sinistra del fiume Tanaro, citando per dovere le famose Rocche che possono essere considerate vere e proprie “costruzioni” naturali, nate migliaia di anni fa.
L’affascinate paesaggio diventa ancor più intrigante seguendo il filo della leggenda che raccnta come molti secoli fa alcuni castellani e feudatari delle terre alla confluenza tra Tanaro e Stura, volendosi sottrarre ai tiranni, decisero di costruire una roccaforte. Per fare ciò serviva modellare e letteralmente innalzare il territorio. In aiuto venne direttamente Belzebù, balzato dalle acque del fiume Tanaro che, dopo aver pattuita la contropartita in anime, decise di dare una mano. Con la cesta e la vanga più grandi mai viste si diresse verso le colline di Pocapaglia, dove scavò per tutta la notte. Al mattino, nacquero le Rocche. Oggi intorno a questo insolito fenomeno geologico di erosione si sviluppa una serie di sentieri tematici diventano complessiva di oltre 100 km: un paradiso per amanti del trekking, della mtb e del cavallo.
Altrettanto significativi, sono il Castello di Monticello e quello di Monteu Roero.
Il primo, situato a pochi chilometri da Alba, nel centro di una delle zone eno-gastronomiche del Piemonte, è una delle più imponenti e meglio conservate costruzioni medievali della zona, grazie anche al fatto che dal 1372 ad oggi è di proprietè della stessa famiglia, i Roero di Monticello che ne hanno fatto la loro abituale residenza. Il Castello si sviluppa su tre piani sui quali sovrasta il passaggio di ronda munito di merlature ghibelline e di caditoie. Salendo lo scalone di pietra, si accede alla Sala delle Armi, dove si trova una raccolta di armi di varie epoche, ed attigua ad essa la Cappella votata a Santa Barbara. Al piano superiore, si può ammirare la Sala dei Quadri con i ritratti della famiglia dei Roero, e sulla volta, gli stemmi delle mogli dei maschi primogeniti della famiglia. Proseguendo nel percorso si attraversa la Sala del Biliardo per poi accedere alla Galleria di Diana Cacciatrice, tipico esempio del Settecento piemontese. Il cortile, situato all’altezza del primo piano rialzato, presenta, ancora intatto l’antica struttura del Trecento.
Il Castello di Monteu Roero invece, veniva anticamente chiamato Monte Acuto, dal latino Mons Acutus, a causa della sua posizione strategica. Posizionato in alto, sulla cima di una collina scoscesa, il Monte Acuto, oltre ad assicurare una splendida vista sul Roero, territorio nel quale è inserito, garantiva la supremazia strategica, la sicurezza della fortezza e dei suoi abitanti. Motivo per il quale sono molti i nomi di imperatori e regine che hanno sfruttato la bellezza e la protezione di quella posizione ineguagliabile.
Dal 2012 i fratelli Berta che acquistano il mariero decidono di adibire il Castello a museo, creando così, un Museo dentro al Museo e dedicando a questo magico luogo tre grappe, tre sorprese…