«I granata? Una famiglia con tanto cuore»

La carriera televisiva della saviglianese Ilenia Arnolfo in ascesa, tra Toro e cucina

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Tra le giornaliste sportive più apprezzate nel pa­norama nazionale c’è una saviglianese: si tratta di Ilenia Arnolfo, volto di Torino channel, il canale tematico dedicato alla società di calcio granata, ma anche bella protagonista delle pubblicità di alcuni grandi marchi internazionali.

Ilenia, competenza e bellezza, ma soprattutto capacità di trasmettere emozioni. Da ragazzina im­maginava che sarebbe diventata giornalista?
«Grazie per i complimenti ma so­no esagerati: devo ancora dimostrare molto. Ho sempre guardato alla professione di giornalista con ammirazione, ma non osavo nemmeno pensare di poterlo diventare. Peraltro, la tv non è mai stata il mio obiettivo, nonostante la considerassi e la consideri tuttora un mezzo di comunicazione potentissimo».

Quali erano le sue passioni?
«Ho sempre amato praticare sport all’aria aperta, ma anche stu­diare, la musica, il canto e il tea­tro. Ai tempi delle scuole me­die ho addirittura iniziato a seguire corsi di recitazione».

Che rapporto ha con Savigliano, la sua città d’origine?
«Savigliano rappresenta per me la famiglia, l’albero su cui mi arrampicavo per leggere, i miei bassotti, il campo da calcio confinante con l’abitazione dei miei. Vivo ancora oggi in quella casa grande, insieme ai miei genitori, mio zio e mia non­­na; purtroppo ho perso mio non­­no anni fa. Dopo giorni di la­voro in città, a Torino, non pos­so non tornare a Savigliano».
Lei è il volto di Torino channel. Se­guiva il calcio già prima di ap­prodare al canale granata?
«Mio papà è tifoso del Toro e, pertanto, seguivo già volentieri il calcio, che è rappresentativo dei mo­menti più spensierati della mia vi­ta. La chia­mata da Torino channel è stata una sorpresa. Valter Pia­nelli, il mio attuale responsabile, mi ha cercata sul lavoro: do­po avermi osservata a lungo dal­la tv, durante i telegiornali che conducevo a Te­lecupole, mi ha proposto di lavorare per il canale che sarebbe stato lanciato sulla piattaforma di Sky: un mezzo sal­to nel buio, in quanto era tutto da studiare e programmare, che si è trasformato in una bellissima av­ventura e sono pertanto contenta di aver fatto questa scelta».

Si è già allenata con la prima squadra o, comunque, con la for­mazione femminile del To­ro? Le piacerebbe provare?
«Non mi è mai capitato ma po­trebbe essere un’idea. Dovrei però chiedere alle giocatrici di avere pazienza: non sono certo al loro livello! Quando ero ragazzina ho giocato a calcio con gli ami­ci e i compagni di classe, stavo spes­so in porta. Mi piaceva. Ho giocato a tennis, basket e, soprattutto, pallavolo, praticando an­che danza ritmica. In generale, il calcio preferisco guardarlo. Effettivamente, non avrei dato un grande apporto al mondo calcistico femminile… (ride, ndr)».

Passa più tempo a curare il trucco o a studiare tattiche e formazioni? Battute a parte, come prepara il suo lavoro?
«Studio, studio e poi ancora studio. Mi piace presentarmi davanti alle telecamere preparata. Lo faccio leggendo i quotidiani, consultando siti di statistiche e dati che possono essermi di supporto. Mi confronto con i colleghi. A bordo campo cerco di far vivere le emozioni dello stadio. Purtroppo, in questo periodo, bisogna fare i con­­ti con gli stadi senza pubblico: una vera desolazione non potersi im­mergere nella vera essenza del calcio, ovvero i tifosi».

A proposito di tifosi, quelli granata sono davvero l’uomo in più per la squadra, non crede?
«Il popolo granata è speciale. Mi piace ripetere ciò che ha detto il grande Leo Júnior qualche giorno fa, in occasione del suo compleanno: “Il Toro è un’idea, una fede, un modo di essere”. Ecco: la sto­ria unica e inimitabile del To­­ro fa la differenza rispetto a tut­­to il resto. Mi sono affezionata all’ambiente in poco tempo ed è stato il motivo per il quale ho de­ciso di restare con questa “famiglia”. Sono meravigliosi, molto cri­tici ma di cuore, tenaci e puri».

Quando era giornalista di Tele­cu­pole si trovò a intervistare, tra gli altri, un se­rissimo Matteo Ren­zi. C’è un’intervista che ri­corda in modo particolare?
«Tantissime. Telecupole è stata una scuola: sono stati sei anni in­tensi, nei quali mi sono occupata di politica, economia, folklore ed eventi. Il tema trattato più bello? L’agricoltura. Le interviste “preferite”: Lilli Gru­ber, Martin Schulz e Gual­tiero Marchesi».

Cita un grande chef non a caso… Lei ha già curato diverse trasmissioni (l’ultima su Discovery) dedicate a cibo e ad ali­men­tazione. È una brava cuo­ca? La sua ricetta preferita?
«Da brava cuneese amo mangiare e bere bene. Peraltro, mia mam­ma e mia nonna sono delle cuoche strepitose. Io adoro le melanzane alla parmigiana, anche se non sono tipiche del nostro territorio. Le cucino con ingredienti a chilometri zero. Alimentazione e salute sono tra le mie passioni».

È stato il volto di numerose pubblicità. Si sente anche modella, oltre che giornalista?
«La moda e la pubblicità sono attività che ho iniziato in “famiglia”: è stata mia sorella, le prime volte, a portarmi con lei. Que­sta esperienza mi è tornata molto utile nel periodo dell’università, consentendomi di essere indipendente dal punto di vista economico, di sostenere gli studi all’estero e di conoscere, fin da giovanissima, medie e grandi realtà».

Nel suo futuro cosa c’è? Il Torino, e poi? Magari una trasmissione importante da condurre?
«Ho studiato comu­ni­cazione in­ter­na­zionale e so­­­­no di­ven­­­tata traduttrice perché amo la comunicazione in tutte le sue sfaccettature, amo le culture diverse e non mi stanco mai di sco­prire. Questo lavoro mi permette di dare sfogo all’esigenza di conoscere, informarmi, misurarmi con persone che stimo. Non c’è una vera e propria branca del­la comunicazione che io prediliga, nel senso che mi cimenterei volentieri con tutte. In un futuro non troppo lontano vorrei anche approfondire il set­tore del sociale e quello delle politiche “green”».