Il Castello di Barolo racconta il vino unicità delle Langhe

L’antica dimora che ospita il WiMu è un viaggio emozionale fra buio e luce, suoni e colore, fra realtà e mito

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Le prime notizie di una fortificazione sulla collina che da Barolo guarda la valle Talloria risalgono al X secolo. A quest’epoca si fa risalire la concessione di re Berengario I a un feudatario locale per costruire una difesa contro gli attacchi degli Ungari prima e dei Saraceni poi. Tracce di questo primo insediamento sono ancora individuabili nella struttura del mastio e della parte bassa della torre orientale. Atti duecenteschi testimoniano la cessione del castello al comune di Alba, da cui lo rileva pochi anni dopo la famiglia Falletti.

Qui, come testimoniato già nel 1325, si insedia un ramo del casato, che nel corso degli anni compie importanti lavori di ristrutturazione e ampliamento. Gravemente danneggiato dai saccheggi conseguenti alle guerre del XVI secolo, il castello viene ricostruito con importanti modifiche da Giacomo e Manfredo Falletti. Nell’Ottocento il castello diventa la residenza di campagna degli ultimi marchesi Falletti di Barolo, Carlo Tancredi e Giulia. Tra gli abituali ospiti in visita a Barolo vi è lo scrittore e patriota Silvio Pellico, amico dei marchesi e responsabile della biblioteca di famiglia. Rispettando le ultime volontà di Giulia, alla sua morte nel 1864 viene istituita l’Opera Pia Barolo, un ente morale incaricato di amministrare il patrimonio di famiglia finalizzandolo alla prosecuzione delle opere di bene compiute dai marchesi. In questo contesto rientra la trasformazione del castello in collegio.

Il Collegio Barolo, attivo tra il 1875 e il 1958, sarà per anni l’unica opportunità di studio per i giovani della zona, in particolare per i meno abbienti, per i quali erano previste borse di studio.

Per ospitare il collegio il castello viene profondamente trasformato.
L’architettura è interessata da importanti rifacimenti che ne alterano la struttura originaria e le conferiscono l’aspetto composito che mantiene ancora oggi.
Nel 1970, dopo un periodo di inutilizzo, il castello venne acquistato dal Comune di Barolo con una sottoscrizione alla quale contribuiscono generosamente cittadini, aziende locali ed ex-allievi. Si effettuarono così lavori di risanamento e restauro; dai primi anni Settanta, grazie ad alcuni volontari, furono aperte ai visitatori alcune sale del castello; nel 1982 venne allestita nelle cantine l’Enoteca Regionale del barolo.

Nel 2003-04 prese forna il proposito di realizzare negli spazi del castello un Museo del Vino: l’avvio del WiMu, il più innovativo museo del vino in Italia e uno tra i più importanti al mondo.
Frutto dell’estro di François Confino, autore degli allestimenti di mostre e musei in tutto il mondo, propone un viaggio interattivo ed emozionale nel mondo del vino, prodotto e produttore di cultura, capace di accompagnare l’evoluzione di intere civiltà, permearne le espressioni artistiche e plasmare il volto di interi territori.
Il legame stretto con l’uomo e l’intreccio delle rispettive storie, trasversale a innumerevoli civiltà, “spiegano” il WiMu. Come ha chiaramente espresso lo stesso Confino: «Ho visitato diversi musei dedicati al vino nel mondo. Ma nessuno di essi racconta la dimensione straordinaria e culturale del vino. E per me, invece, era fondamentale creare un percorso di visita poetico. Non un luogo dove si apprende come si fa il vino, ma un luogo che parli del rapporto tra noi e “lui”».
Il percorso di visita è un’immersione nella cultura del vino: la suggestione di addentrarsi nei suoi miti corrisponde alla discesa fisica dalla terrazza panoramica alle cantine del castello, sede dell’Eno-teca Regionale del barolo.

È una scoperta adatta anche ai ragazzi, tanto che sono in programma appuntamenti, come quello previsto per domenica 12 luglio al Museo del Vino di Barolo con il WiMu delle famiglie. Come ogni seconda domenica del mese, torna l’iniziativa dedicata ai più piccoli per scoprire gli allestimenti dell’avveniristico museo accompagnati da mamma e papà attraverso un gioco divertente e in totale sicurezza, nel rispetto di tutte le normative anti contagio.

Il Gioco-Family è una modalità di visita “fai-da-te”, fruibile durante tutto l’orario di apertura del museo in sicurezza (dalle 10,30 alle 19, ultimo ingresso alle 18). Chi intraprenderà la visita nel castello Falletti potrà acquistare in biglietteria un diario di bordo, proprio come quello su cui i viaggiatori di un tempo appuntavano le cose più curiose e interessanti durante la loro avventura, che offre spunti e aneddoti sul museo, spazi per scrivere e suggerimenti per selfie speciali. Le famiglie potranno così divertirsi compilando ogni spazio del diario con le impressioni suscitate dal moderno allestimento ideato dall’architetto svizzero Confino: il paesaggio, il vino, la natura, il lavoro dell’uomo e tante altre curiosità.
Per il Gioco-Family, così come per tutti gli ingressi al Museo, gli accessi sono contingentati e scaglionati ogni 15 minuti. È possibile verificare la disponibilità e prenotare scrivendo direttamente a: [email protected]

Per tutte le visite e attività all’interno del WiMu è obbligatorio l’uso della mascherina (eccetto i minori di 6 anni).
Per informazioni sulle disposizioni di sicurezza consultare il sito www.wimubarolo.it.