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Marchio Ac Cuneo, Vercellone: “Lo striscione? Non mi ha toccato. E il Comune non si dimentichi di noi”

Il dg dell'Olmo spiega la scelta di partecipare all'asta: "Siamo una società strutturata e potevamo dare prospettive al calcio in città, soprattutto a livello di settore giovanile"

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“Quello striscione non mi ha toccato, prendere il marchio avrebbe dato più possibilità al calcio cuneese di tornare ai livelli che merita”. Mentre si riaccende l’asta per l’acquisizione del marchio dell’Ac Cuneo 1905 che sembrava già chiusa, il direttore generale dell’Olmo Valter Vercellone dice la sua sulla vicenda: “Perché abbiamo deciso di partecipare all’asta? Innanzitutto ha partecipato l’Olmo e non Valter Vercellone. Abbiamo una struttura che ci consente di portare avanti un progetto importante, con 250 bambini del settore giovanile ed una squadra in Eccellenza formata da cuneesi e con tanti elementi provenienti dal nostro vivaio. Avremmo potuto attirare qualche imprenditore per provare a fare il salto in serie D, dove il Cuneo merita di stare. Le difficoltà sono soprattutto quelle legate al settore giovanile: crearne uno all’altezza è difficile, figuriamoci due nella stessa città. Detto questo, va bene così. Ci abbiamo provato per non avere successivamente il rammarico, ma sono contento che il Cuneo FC abbia uno sponsor importante e gli auguro sinceramente di poter tornare al più presto in categorie superiori”.

Lo striscione comparso al Paschiero non gli ha fatto male: “Non mi ha minimamente toccato. Sono orgoglioso di quello che ho fatto per il Cuneo, ho sempre lavorato con passione e le telefonate e gli attestati di stima che ho ricevuto in questi giorni me lo confermano. Le persone che veramente mi conoscono sanno come sono, come lavoro e quanto amore ho per il Cuneo. Se avessero fatto uno striscione alle persone che hanno portato il Cuneo al fallimento, invece di dargli corda, forse ora non saremmo in questa situazione”. Infine, un altro sassolino dalla scarpa tolto: “L’Olmo è una squadra di Cuneo, il Comune non si deve dimenticare di noi e delle altre società del Comune”.