L’area su cui sorge il Teatro Milanollo fu sede dell’antico ospedale o lazzaretto dal 1579 al 1709. In seguito allo spostamento dell’ospedale nella nuova sede, lo spazio lasciato libero fu occupato da un precario salone teatrale in muratura e legno poi riprogettato nel 1745.
Nel 1834 una società di cittadini incaricò Maurizio Eula (1806-1883) di redigere un progetto per la costruzione di un nuovo teatro, la cui apertura fu autorizzata nel luglio del medesimo anno dal Re Carlo Alberto.
Il progetto dell’Eula fu realizzato negli anni 1834-1836 dall’impresario luganese Poncini. L’armoniosa struttura architettonica del teatro è legata ai raffinati canoni compositivi del Neoclassicismo. La facciata è sobria ed elegante. Ispirata ai canoni neoclassici, ha un basamento a bugnato liscio, con due nicchie laterali che ospitano le statue della Tragedia e della Commedia; la parte superiore è segnata da un avancorpo poco aggettante, scandito da due lesene scanalate di ordine ionico, con sfondati a fregi floreali e tondi con i ritratti dei poeti Alfieri e Metastasio, ed è conclusa, sopra il cornicione, da un attico con il gruppo scultoreo che rappresenta il Genio della Gloria che incorona la Musica e la Poesia. All’interno dell’edificio la sala è circondata da due ordini di palchi oltre a galleria e loggione.
Le decorazioni pittoriche, particolarmente raffinate, sono opera degli artisti Pietro Ayres e Angelo Moja, attivi nell’orbita di Pelagio Palagi. A Moja si deve la realizzazione del sipario rappresentante Apollo e le Muse sul monte Parnaso.
Dedicato alle sorelle Maria e Teresa Milanollo, celebri violiniste saviglianesi, il teatro fu progettato nel 1834 e la sua costruzione, sul sito di una precedente sala per spettacoli, si concluse nel 1836, quando fu portata in scena la rappresentazione dell’opera “L’esule di Roma” di Gaetano Donizetti.
Particolare e senza dubbio significativa la vita delle sorelle Milanollo. Maria nacque a Savigliano il 19 giugno 1832, quando la sorella Teresa aveva già cinque anni, e morì il 21 ottobre del 1848, appena sedicenne.
Nel Dizionario biografico dei più celebri artisti il critico e giornalista, poeta ed oratore Francesco Regli scrisse che quella morte aveva riempito di lutto l’Europa intera. E con i toni di un nuovo lutto commentò l’addio alle scene dato nove anni dopo dall’appena trentenne Teresa, in seguito al matrimonio in Nancy con il generale Théodor Parmentier.
Il Regli affermava che “Teresa aveva ricevuto dalla natura il dono d’un ingegno privilegiato, l’ingegno più grande, più profondo, più nobile che mai i musici fasti abbiano registrato: ella brilla in precipua guisa nell’adagio, nel canto largo, vibrante, elegiaco”.
Di qui la definizione di madamigella adagio o madamigella elegia. Mentre Maria “era dotata di maggior facilità, di maggior impeto, di maggior brio, di maggior ardore”: per cui veniva chiamata madamigella staccato o madamigella tremolo. La passione per il violino era scoppiata all’improvviso nelle due ragazze, pare dove averne ascoltato un assolo in una chiesa di Savigliano; il loro padre, Giuseppe, un modesto costruttore di mulini da seta, le assecondò come potè negli studi poi lasciò Savigliano per cercare migliori fortune in Francia, attraversando a piedi le Alpi. Qui le ragazze ebbero ottimi insegnanti e fecero il loro esordio in pubblico nel 1841, ai concerti del Conservatorio di Parigi. Fu un trionfo, l’inizio di una carriera folgorante. Tennero centinaia di concerti, girarono tutta Europa, da Parigi a Londra, da Berlino a Vienna, da Praga a Bruxelles. Alle due figlie spirituali di Paganini, come le definì il famoso critico musicale tedesco Ludwig Rellstab, Savigliano ha dedicato il bellissimo Teatro Milanollo.
Nei decenni successivi al 1834 il teatro fu oggetto di ricorrenti lavori di ristrutturazione diretti dagli ingeneri comunali Clodoveo Cordoni e Guido Jaffe.
Nella seconda metà del secolo scorso l’edificio fu dichiarato inagibile e chiuso due volte dal 1952 al 1972 e dal 1984 al 1989. Successivamente sono stati portati a termine nuovi lavori di restauro della facciata, del ridotto e della sala spettacoli, e il teatro, nuovamente restituito alla sua bellezza originaria, ha riaperto i battenti nel 2011.
Il sipario originale è opera di Piero Ayres realizzato nel 1835 raffigurante “il Parnaso e le nove muse”. In un idilliaca raffigurazione del Parnaso, troviamo in un clima gioioso le Muse, protettrici delle arti, della cultura in ogni sua espressione e di ogni campo del sapere umano.
Ben riconoscibili: Euterpe, la poesia lirica, con il flauto; Tersicore, la danza, con la lira; Urania, l’astronomia, con il globo celeste; Melpomene, la tragedia, con una maschera. Il prezioso sipario è visibile soltanto in rare occasioni.
La stagione del Teatro Milanollo, organizzata dalla Fondazione Piemonte dal Vivo in collaborazione con il Comune di Savigliano, è da tempo un appuntamento ormai consolidato che ogni anno riesce a rinnovarsi e a proporre spettacoli di qualità apprezzati dalla città e dal territorio. Il cartellone rispecchia una proposta multidisciplinare, che abbraccia i diversi linguaggi dello spettacolo dal vivo: la prosa è protagonista, spaziando nei diversi generi della contemporaneità, con incursioni di musica, danza e circo.
A Savigliano il fascino “vivace” del teatro Milanollo
Riferimento culturale della zona e non solo accoglie i visitatori con le belle statue delle muse Melpomene e Talia