Piena operatività per l’ospedale

A Verduno ci si sta preparando per il completamento del trasloco che concluderà l’iter partito nel lontano 2005

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Domenica 19 lu­glio, l’ospedale “Mi­­chele e Pietro Ferrero” di Ver­du­no sarà operativo. 339 posti letto di ricovero ordinario (com­presi i pazienti Co­vid), 74 posti in ciclo diurno, 52 letti po­­lifunzionali in disponibilità, due piastre ambulatoriali, emodinamica 24 ore su 24, “blocco parto” con una sala operatoria dedicata e tre sale parto, 11 sale operatorie di cui una robotica e una ibrida; a ciò si aggiungono i servizi amministrativi di accettazione ospedaliera, prenotazione per visite specialistiche e prestazioni diagnostiche ambulatoriali, cassa, scelta e re­voca me­dico di medicina generale e pediatra. Operativi an­che il Dea (Dipartimento d’emergenza e ac­cettazione), la rianimazione, il servizio di emodinamica, il “blocco par­to” e le sale operatorie, oltre alla totalità dei reparti presenti ad Alba. Dal 20 luglio i collegamenti di autolinee pubbliche (da e per Alba e Bra) saranno attivi.

Nel corso della conferenza stampa il presidente della Re­gione Piemonte Alberto Cirio ha commentato: «Appena eletto, il 6 giugno 2019, ho preso l’impegno di aprire l’ospedale entro un anno dall’inizio del mio mandato. Questo è l’ospedale del territorio di Alba e Bra. Posso dire con orgoglio che ab­biamo completato l’opera che a molti pareva infinita, con elementi di eccellenza. Il tutto nel rispetto del nome che porta, Michele e Pietro Ferrero, due grandi figli del Piemonte e dell’Italia».

Luigi Icardi, assessore regionale alla sanità, ha aggiunto: «È stato un percorso irto di difficoltà, che è quasi concluso. È stato fatto un lavoro enorme, un premio alla lungimiranza di un territorio che aveva capito che i due piccoli ospedali (Alba e Bra, ndr) rischiavano il declassamento e aveva pensato a una fusione. Al di là di ogni colore politico, la tenacia ha fatto proseguire i lavori, con la collaborazione di tutti e il ruolo specifico, prezioso, impareggiabile della Fondazione. A Verduno c’è l’ospedale più bello che il Piemonte possa vantare».

Un lungo percorso che ha visto succedersi più sindaci alla gui­da di Alba e Bra. «Nel cuore di tanta gente, come la sottoscritta», ha commentato Bruna Sibille, primo cittadino della città della Zizzola per 10 anni, «che si è battuta perché quest’opera vedesse la luce, dopo molti errori e una continua crescita della spesa, affrontando il dileggio, spesso fondato, di qua­si tutto il “popolo di Facebook”, si mescolano un’immensa soddisfazione e un grosso timore. Il timore è legato al fatto che ci vorrà tanto tempo per rimarginare le ferite che ha patito la nostra Bra in questi anni, con il progressivo depauperamento del “Santo Spirito”, culminato il 20 marzo con la sua chiusura e quella del pronto soccorso. Ora le cose possono e devono cambiare. Il pronto soccorso di Verduno, collegato a un Dea di avanguardia che a Bra non era nemmeno pensabile, è a no­ve chilometri, una distanza normale per la maggioranza dei cittadini italiani».

«Si apre una nuova fase per la sanità territoriale», ha evidenziato Maurizio Marello, per due mandati alla guida della capitale delle Langhe, «una fase nella quale l’utenza potrà apprezzare la nuova realtà, per colmare la sfiducia nata dalle vicissitudini che l’ospedale unico ha attraversato. Importante sarà il dialogo tra il territorio e la struttura ospedaliera, che rappresenterà un’eccellenza in grado di rispondere a esigenze non solo locali. Si è arrivati a questo risultato con lo sforzo di tutti, in primis quello della Giunta regionale
gui­data da Chiampa­rino, che trovò i finanziamenti mancanti per circa 50 milioni di euro, terminando quasi completamente l’opera».

Sul tema sono intervenuti anche gli attuali primi cittadini delle due città.
Ha sottolineato Gianni Fo­gliato, sindaco di Bra: «Negli ultimi mesi, alla luce dell’emergenza coronavirus, si sono velocizzati alcuni aspetti della sanità locale, tra cui l’aper­tura dell’ospedale di Verduno. Ora bisogna far sì che si affermi come eccellenza».
Afferma il sindaco albese Carlo Bo: «Una data storica che arriva a distanza di quindici anni dalla posa della prima pietra. Ora ci troviamo di fronte a un cambiamento non facile ma lo affronteremo in sinergia con l’Asl, la Regione e i sindaci del territorio, oltre alla Fondazione nuo­vo ospedale Alba-Bra. La priorità ora è la viabilità e la sistemazione della Sp7, rete viaria del tutto inadeguata».