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«Un luogo virtuale per poter dare aiuto concreto»

Da qualche mese a Savigliano è attivo “Solidali”, un sodalizio che fa incontrare le necessità delle associazioni con la generosità delle persone

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In un contesto in cui tanto sentiamo parlare di distanze sociali, c’è un luogo nel quale non esistono barriere, ma bensì si creano ponti. È il mondo della solidarietà.
L’associazione saviglianese “So­­­lidali” è nata nel febbraio del 2020 con l’intento di creare un contesto virtuale che consentisse di connettere i due aspetti: le richieste di aiuto e il desiderio di donare. Abbiamo cercato di capire meglio come, attraverso le parole del presidente del sodalizio, Antonio Valerio Ferrero.

Cosa vi ha spinto a creare “Solidali”?
«Lo spirito che ci ha mosso è stato quello di voler aumentare il tasso di solidarietà all’interno di una comunità che è già di suo molto attiva nel sociale, aiutandola e indirizzandola. Il tutto ha visto la luce con la creazione vera e propria del portale web, sulla quale da subito abbiamo cominciato a caricare numerosi progetti».

Volendo definire lo scopo dell’associazione, quali caratteristiche indicherebbe come prioritarie?
«Lo scopo della nostra associazione è semplice: aiutare chi ha bisogno di denaro, beni o tempo. L’intento è proprio quello di creare i presupposti per far sì che ogni persona caritatevole possa adoperarsi come meglio crede affinché il suo aiuto possa avere una destinazione sicura, precisa e tangibile».

Chi compone l’associazione che lei presiede?
«Il gruppo di fondatori è tutto saviglianese e, oltre a me, vede Martino Grindatto nelle vesti di vicepresidente. A noi due si aggiungono Federica Somale, Franco Ghirardi, Giorgia Gianoglio, Franco Po­poncini e Roberta Ribè. Abbiamo poi costituito un comitato, che ha definito il codice etico che ogni associazione deve sottoscrivere. Il gruppo è costituito dall’avvocato Carla Giubergia, dalla professoressa Silvana Folco e dal professore emerito Gustavo Zagrebelsky».

Chi può proporre un progetto sul vostro portale, www.solidali.org?
«“Solidali” è destinato ad associazioni che operano nell’ambito del no profit, scuole e comuni. I privati non possono proporre progetti in autonomia ma devono necessariamente passare tramite un’associazione che li adotta, o meglio che adotta il loro progetto. Di contro, i privati sono i principali donatori e intervengono donando denaro, beni materiali o regalando del tempo».

Avete avviato progetti durante l’emergenza sanitaria?
«Durante la fase acuta dell’emergenza legata al Covid-19 “Solidali”, seppur appena nata, ha potuto dare il proprio piccolo contributo fornendo un luogo digitale per il grande progetto di raccolta fondi dell’associazione “Amici dell’ospedale Santissima Annunziata di Savigliano”, “Officina delle idee per l’ospedale di Saluzzo” e “Cuore in mente”, che si sono unite per affrontare questa situazione di criticità. Il progetto ha raccolto in totale 664.000 euro, principalmente arrivato da contatto diretto, ma 60 singoli donatori hanno utilizzato la piattaforma per donare un totale di 4.518 euro. Una piccola grande soddisfazione. Di contro, io sono convinto che al di là di questa situazione straordinaria, oggi il target giusto per “Solidali” siano piccole campagne per la raccolta di piccoli importi o beni materiali».
C’è un progetto tra quelli terminati che vi ha resi soddisfatti in modo particolare?
«Durante l’emergenza sanitaria, un ragazzo aveva la necessità di seguire la didattica a distanza, ma non poteva acquistare un computer, così appoggiandosi a un’associazione è riuscito ad accedere al portale, e in poche ore, l’alunno aveva il pc sulla sua scrivania».

Quali sono i mezzi per poter donare a favore dei vari progetti?
«Per il denaro il processo è più semplice e già conosciuto, è possibile donare qualsiasi cifra attraverso il pagamento con carta di credito e Paypal. Prestissimo implementeremo anche il pagamento con Satispay, utile per intercettare le microdonazioni che confidiamo di ricevere anche da un pubblico più giovane. Per quanto riguarda beni fisici o disponibilità di tempo, invece, si contattano direttamente le associazioni richiedenti attraverso il “form” dedicato, sulla pagina del progetto e da lì in avanti il rapporto procede in modalità offline».