Home Attualità Nessuna proroga alle scadenze fiscali, Felici: “Inascoltate le ragioni delle imprese”

Nessuna proroga alle scadenze fiscali, Felici: “Inascoltate le ragioni delle imprese”

Le parole del presidente di Confartigianato Piemonte: "Il Governo ha molte responsabilità, ha affrontato una crisi complessa in modo dilettantistico"

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Il presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, Giorgio Felici

Non proroga delle scadenze fiscali, sulla questione si è espresso il presidente di Confartigianato Piemonte Giorgio Felici: “Apprendiamo con sconforto che il Governo non prorogherà le scadenze fiscali previste per il 20 luglio, nonostante le nostre aziende dopo mesi di chiusura totale non abbiano fatturato né incassato a sufficienza per poter fare fronte agli adempimenti. Sono così rimaste inascoltate le sollecitazioni di Confartigianato, e quanto meno auspichiamo che non si sanzionino coloro che saranno in ritardo con i pagamenti. Siamo consapevoli che la crisi economica si fa sentire in modo pesante e stratificato ma gli artigiani, i lavoratori autonomi, le partite Iva non possono essere trattati come bancomat da cui attingere. Un terzo delle nostre imprese non è sopravvissuta alla pandemia, quelle ancora in vita devono affrontare problemi di liquidità, fare i conti con le mancate commesse di un trimestre e barcamenarsi tra le norme in materia di sicurezza, mentre la domanda interna procede come un bradipo”.

Continua Felici:Il Governo Conte ha molte responsabilità avendo affrontato una crisi complessa in modo dilettantesco, però non ha tutte le colpe, dal momento che in una situazione di emergenza come questa non è pensabile che non ci sia un prestatore di ultima istanza in grado di immettere liquidità nel sistema (come un tempo faceva la Banca d’Italia), così da spegnere o contenere l‘incendio della crisi. In questa architettura europea la Bce non svolge questo ruolo, si limita a fare da sensale per coloro che attendono solo che le macerie si consolidino per poi venirvi a frugare dentro. Sul delicato fronte del fisco, poi, le imprese italiane operano in condizioni complesse, che ne comprimono la competitività: il carico fiscale è pari al 42,6% del PIL, superiore di un punto al 41,6% della media dell’Eurozona.”