E’ proseguito, nel corso del Consiglio Regionale di questa mattina, l’esame della Proposta di legge n. 41 “Modifiche alla legge regionale 2 novembre 1982, n. 32 ‘Norme per la conservazione del patrimonio naturale e dell’assetto ambientale”, a prima firma del Consigliere Paolo Ruzzola.
In particolare l’articolo 1 di tale proposta modificherebbe l’articolo 11 della legge datata 1982 che applica divieto di transito su alcune strade montane e collinari, con deroga per guardie venatorie provinciali, guardie forestali e guardie comunali munite di licenza per l’esercizio venatorio, con l’obiettivo di svolgere prelievo di animali e contenimento della fauna selvatica (in particolare di cinghiali e caprioli).
La nuova Pdl estenderebbe l’accesso a tali strade anche a tutti gli altri soggetti autorizzati a questa tipologia di caccia selettiva, quindi ad alcune squadre di cacciatori.
Da mesi tale proposta è al centro di discussioni riguardo alla legittimità delle finalità e alle conseguenze dirette.
Nel corso del dibattito consiliare è intervenuto anche il Consigliere Maurizio Marello (Pd): «E’ importante considerare due aspetti della proposta di Ruzzola: la finalità per cui è nata, ovvero facilitare l’esercizio della caccia selettiva per il contenimento di ungulati, e le conseguenze che potrebbe avere la modifica. Sul primo punto non posso che essere d’accordo, dal momento che l’eccessiva presenza di ungulati sta causando non pochi problemi all’agricoltura e alla sicurezza urbana e stradale: tale emergenza non va sottovalutata né politicizzata e deve essere affrontata mediante gli strumenti a disposizione, con buon senso e logica», ha precisato il Consigliere.
«Per quanto riguarda gli ulteriori effetti della nuova pdl la mia opinione è che la Regione avrebbe dovuto affrontare questo tema al fianco dei comuni», ha spiegato ancora Marello, «se alcune strade, sotto la giurisdizione dei comuni, sono state interdette al traffico da parte dei sindaci (spesso anche per ragioni ambientali o di sicurezza), ritengo che l’eventuale riapertura di queste non possa che essere decisa dai comuni stessi sulla base di valutazioni che tengono insieme aspetti di riduzione del numero di ungulati, ambientali e di sicurezza. Più opportuno sarebbe stato, attraverso una modifica della medesima legge, dare ai comuni e alle unioni di comuni la possibilità di decidere se aprire queste strade o meno, senza arrogarcene il diritto in quanto Regione».
comunicato stampa