“Chi viene a Paraloup va via diverso”. Questa frase, pronunciata dalla direttrice della Fondazione Nuto Revelli Beatrice Verri, riassume nel migliore dei modi gli obiettivi con cui la borgata di montagna di Rittana si appresta ad intraprendere una nuova, stimolante ed ambiziosa sfida. Dal 2006 la Fondazione Nuto Revelli è proprietaria della borgata Paraloup, luogo dai tanti significati storici, visto che è stata la sede, durante la Resistenza, della formazione partigiana “Italia Libera” di Duccio Galimberti, Livio Bianco e Nuto Revelli. Un luogo che la Fondazione ha recuperato dopo anni di spopolamento e di abbandono, avviando nel 2012 un’attività ricettiva e portando avanti altri progetti.
Oggi il Rifugio Paraloup è un punto di riferimento per il turismo di prossimità e per sport come trekking, mountain bike e sci alpinismo. Ma anche per la cultura e per la storia che rappresenta. Ora la Fondazione Nuto Revelli vuole fare un ulteriore passo in avanti. Dal 1 ottobre recupererà la gestione diretta dell’intero luogo, mentre fino ad oggi il ramo ricettivo era dato in affitto. Poi partirà la nuova sfida, in parte già cominciata: far sì che la borgata Paraloup diventi sempre di più, anche e soprattutto, un luogo di produzione di cultura, creatività, sostenibilità e innovazione sociale, aperto alla contaminazione di linguaggi e pubblici diversi, connesso al territorio e allo stesso tempo protagonista del dibattito internazionale ed europeo sulla partecipazione. Per fare questo, servono due collaboratori: un coordinatore che possa occuparsi della gestione ed un cuoco. La ricerca è partita attraverso una call internazionale, lanciata con una conferenza stampa svolta nella sede della Fondazione Nuto Revelli, a Cuneo.
“La Borgata Paraloup porta con sé una vocazione forte – ha spiegato la direttrice Beatrice Verri – i partigiani lo hanno scelto come base per un’Italia libera. Vogliamo che si continui a sentire questa vocazione, vogliamo che continui ad essere un luogo rigenerato e rigenerante”. “Per noi Paraloup è condensazione di storia e memoria – ha aggiunto Marco Revelli, presidente della Fondazione Nuto Revelli e figlio dello scrittore -. Ma l’obiettivo è che sia di più, che sia un luogo di produzione e riproduzione materiale della vita, un posto abitato e non solo una meta turistica del fine settimana. In questi anni la borgata è cresciuta come flussi, ma non solo: c’è una cineteca sulla filmografia della Resistenza, c’è un teatro con un palco con sullo sfondo la Bisalta e la pianura, a settembre verrà inaugurato un museo interattivo multimediale. Insomma, ci sono le condizioni perché l’intera borgata funzioni come sistema integrato culturale. Crediamo che questa sia un’opportunità in più da cogliere. Ecco perché vogliamo scommettere su persone giovani che possano mandare avanti questa macchina. Saranno persone integrate nel territorio, che ne conoscono la storia, ne rispettano la memoria e gli equilibri e lavorano per promuoverne lo sviluppo. Cercheremo di essere all’altezza di queste nuove sfide”.
Per presentare la call è previsto anche un incontro pubblico in programma mercoledì 29 luglio, alle 19, nel Salone comunale di Rittana.