Cooperare per il recupero dei terreni agricoli frazionati e incolti presenti nel territorio: questo è l’obiettivo per il quale nascono le Associazioni fondiarie (Asfo) che, in Piemonte, si sono sviluppate a partire dal 2012. In provincia di Cuneo, la prima a costituirsi è stata quella di Carnino, frazione di Briga Alta, mentre l’ultima, in ordine di tempo, è nata a Niella Tanaro, a fine 2019, e prende il nome di Associazione fondiaria monregalese.
«Ci dedichiamo alla valorizzazione di aree agricole o boschive abbandonate, incentivando coltivazioni produttive ed economicamente sostenibili e favorendo al contempo la crescita occupazionale e la costituzione e il consolidamento di nuove imprese agricole», spiega alla Rivista IDEA il presidente dell’Associazione fondiaria monregalese Vittorio Camilla che, dallo scorso anno, coordina le numerose e articolate iniziative del sodalizio insieme al direttore Gianpiero Olivero.
Presidente Camilla, quali sono i passaggi chiave che hanno portato alla costituzione, nel 2019, dell’Associazione fondiaria monregalese?
«L’Associazione, la cui sede è stata fissata a Niella Tanaro, in via XX settembre, era attesa da anni. In fase di costituzione ha giocato un importante ruolo il sindaco del paese, Gian Mario Mina, che oggi, nell’ambito della Fondiaria monregalese, si occupa della cura e della valorizzazione dei terreni comunali che sono stati affidati in gestione alla nostra realtà».
Quali terreni sono oggetto dell’attenzione dell’associazione da lei presieduta?
«Tutti quelli ubicati nel Monregalese, un’area che comprende 64 comuni; non vogliamo sostituirci agli enti e alle istituzioni competenti. Anzi, collaboriamo con loro, a partire dai Sindaci, i primi soggetti impegnati a vigilare sullo stato in cui versano i fondi agricoli e le strutture su di essi costruite, dall’Unione montana del Monte Regale, presieduta da Valter Roattino, primo cittadino di Vicoforte e responsabile di Confagricoltura della zona monregalese, e dalle varie associazioni di categoria. Tali sinergie sono fondamentali in relazione alla legge regionale numero 1 del 22 gennaio 2019 che affida alle Unioni montane e ai Comuni il recupero dei terreni abbandonati di proprietà pubblica o privata e di quelli “silenti”, ovvero di cui non è noto il proprietario».
Ci descriva meglio le attività dei sodalizi come il vostro.
«Queste realtà si potrebbero definire come un’interessante prova di gestione comunitaria del territorio. Mi spiego meglio: la nostra e le altre associazioni fondiarie, tutti sodalizi senza scopo di lucro, intendono recuperare e salvaguardare i terreni incolti o “silenti” attraverso un sistema organizzativo associato. La prima legge italiana in materia è la 440 del 4 agosto 1978, cui hanno fatto seguito i riferimenti normativi della Regione Piemonte, cioè la legge regionale 21 del 2 novembre 2016 e quella del 2019, citata in precedenza».
In che modo si realizza la gestione comunitaria?
«Ogni associato aderisce su base volontaria e gratuita, conservando la proprietà dei beni, che non sono usucapibili. Può inoltre esercitare il diritto di recesso, nel rispetto comunque del ciclo agronomico delle coltivazioni in essere. “Condividere” la gestione di un terreno non utilizzato assicura a chi lo possiede la possibilità di tutelarsi e, in senso lato, di agire nell’interesse della comunità. Si tratta, tuttavia, di un sistema molto innovativo, difficile da far comprendere».
A chi vengono assegnati i terreni abbandonati o “silenti”?
«In primis ai residenti che svolgono attività agricole nel comune; in seconda battuta a chi viene da fuori, proprio per garantire la possibilità di impiego a chi ne fa richiesta».
A livello di comunità quali vantaggi vengono assicurati?
«Le Fondiarie consentono di valorizzare il patrimonio naturalistico e architettonico, con notevoli benefici in termini di recupero del paesaggio e dei fabbricati in esso compresi. Non si tratta, comunque, solo di una questione estetica: curare aree boschive e terreni abbandonati o senza proprietario significa creare posti di lavoro, prevenire rischi idrogeologici, incendi e adottare misure, peraltro previste dalla legge, di lotta contro organismi nocivi per le coltivazioni, come ad esempio quelli che causano la flavescenza dorata nei vigneti. In generale, se un paese è piacevole da guardare e da vivere è più facile incentivare la nascita di attività commerciali e turistiche».
Come viene percepita la vostra attività a livello locale?
«Benché molti proprietari non coltivino i loro terreni, ne sono molto gelosi: è difficile far comprendere i vantaggi di affidarli alla Fondiaria, ma un cambiamento di mentalità è necessario per fare il salto di qualità».
Quali sono gli obiettivi futuri?
«Desideriamo ripartire e, a questo scopo, stiamo organizzando incontri mirati con le associazioni di categoria nei vari comuni interessati ad aderire. Nel frattempo, ci siamo già confrontati con i rappresentanti del Gruppo di azione locale (Gal) Mongioie, che da sempre svolge attività di sensibilizzazione al fine di garantire la salvaguardia ambientale».
NIELLA TANARO IN PRIMA LINEA
A sostenere le iniziative dell’Associazione fondiaria monregalese c’è anche il Comune di Niella Tanaro, che ha già affidato alcuni terreni in gestione all’organizzazione presieduta da Vittorio Camilla. «Credo molto in questo progetto», spiega il sindaco di Niella Tanaro Gian Mario Mina (foto a sinistra), aggiungendo: «È un’iniziativa importante per il nostro territorio, che nel corso degli anni è stato più volte colpito da eventi idrogeologici. Curare i terreni significa contribuire ad abbellire e preservare l’ambiente locale, creando anche un indotto economico e turistico per rilanciare e promuovere al meglio le risorse che abbiamo». «L’Unione montana del Monte Regale, nella figura del suo presidente, Valter Roattino e i Comuni che ne fanno parte», prosegue il primo cittadino niellese, «sono partner strategici per sviluppare queste attività in sinergia. Ora, grazie alla sensibilità dell’assessore all’ambiente del Comune di Mondovì Erika Chiecchio, anche la città di riferimento del Monregalese supporterà questo progetto: è molto bello e stimolante il sistema di collaborazione e interscambio che sta nascendo. L’Associazione fondiaria monregalese, con il presidente Vittorio Camilla e il direttore Gianpiero Olivero, che possono contare sulla professionalità del geometra Mario Paolino e dell’architetto Roberto Devalle (segretario del sodalizio, ndr), agisce per mantenere elevato e, se possibile, incrementare il valore dei fondi agricoli. Ora bisognerà lavorare per portare i cittadini a una conoscenza e consapevolezza maggiore delle attività delle associazioni fondiarie per garantire la massima trasparenza e collaborazione».