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La voce di Ari Anna negli Abbey Road

La cantante cuneese Arianna Bertinotti ancora protagonista con il remix di “Talk to you” a opera del dj Judici

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Quando passione fa rima con ta­lento si pongono le basi giuste per raggiungere i risultati pre­fis­sati. Certo, occorre impe­gnar­­si a fondo e, anche in questo caso, il traguardo non è scon­tato; ciò, comunque, non si­­­gnifica che non si debba im­pie­gare tutta la passione, la de­terminazione e la grinta che si hanno a disposizione. Anzi, so­no proprio questi i motori da azio­­­­­nare per innescare l’azione propulsiva necessaria a inseguire i propri obiettivi con maggiore risolutezza.
Da sempre, Valgrana sostiene i giovani che, assecondando le proprie abilità, si impegnano per trasformare le passioni personali in un lavoro. Tutto ciò po­nendo al centro ideali co­me sacrificio, vo­lon­tà, impegno e, soprattutto, tanta passione.
Per l’azienda casearia di Scar­nafigi è il momento di valorizzare il settore artistico e, più precisamente, quello musicale, con Arianna Bertinotti.
In arte Ari An­na, è una giovane can­tante di Cavallermaggiore do­­­­­tata di una voce calda ed ener­gica a cui abbina un amore per la musica unico, alimentato costantemente fin dall’età di dieci anni.
«La verità è che credo nella musica e nel suo potere», afferma l’artista, «Mi fa star bene cantare e suonare: lo farei 24 ore su 24. Ogni giorno dedico dal­le due alle quattro ore alla scrittura o alla produzione di nuo­vi pezzi. La quarantena è stata un momento difficile e stimolante allo stesso tempo. Sicuramente mi ha aiutato a lavorare con più concentrazione, focalizzando l’attenzione sull’emozione che si poteva trasmettere con le canzoni».
Classe 1998, comincia a 16 anni a calcare i palchi locali con una “cover band” dei Guns N’ Roses, fino a guadagnarsi la ribalta nazionale con la “party band” ABCDband. Nel frattempo, accompagnata dalla potenza del suo timbro e dalla sua chitarra, acquisisce la sicurezza necessaria per esibirsi di fronte a oltre cinquemila persone, sviluppando con il pubblico la giusta empatia. Nel 2018 si trasferisce a Londra per studiare “song­writing” alla Bimm (British and Irish Modern Music Institute), ispirata da modelli come James Brown, Demi Lovato e l’italiana Elisa. Sempre più determinata a raggiungere la propria meta, collabora con artisti del calibro di Pete Smith (produttore di Sting e Stevie Wonder), Paul Statham (co-autore di Kylie Minogue e Dido) e Lloyd Hinshelwood.
Uno dei traguardi più importanti è stato incidere i suoi pezzi presso i leggendari Abbey Road di Londra, varcando la soglia dei celebri studi utilizzati anche dai Bea­tles. «Siamo ri­masti davvero col­piti dalla po­tenza della sua voce e dalla sua abilità comunicativa», commenta Alberto Bira­ghi, ammini­stra­tore delegato di Valgrana, ag­giun­­gendo: «Non è scontato per una ragazza della sua età pa­dro­neggiare la voce in quel modo».
Un timbro dalla forte personalità che avvolge delicatamente l’ascoltatore, conducendolo in un mondo delineato con cura, co­me nel suo apprezzato singolo “Talk to you”, di cui è recentemente uscito il primo remix a opera del dj cuneese Judici e che l’autrice commenta con queste parole: «Il titolo significa letteralmente “Parlare con te” e il bra­no tratta di quello spazio li­mi­­nale che esiste tra una potenziale connessione tra due persone e una vera e propria relazione. Il seme c’è, insomma, ma non basta che se ne prenda cura una sola persona, al­tri­menti non potrà germogliare».
Il testo del­la canzone rivela, po­co alla volta, l’istintivo garbo di Ari Anna nel combinare musica e pa­role, calibrando con eleganza i messaggi da comunicare. «Il fatto che questa giovane cantante fondi il proprio lavoro su ide­a­li che condividiamo pienamente, quali l’impegno, la co­gni­zio­ne di causa e la caparbietà crea un “trait d’union” significativo tra i nostri mondi che, sebbene riguardino settori diversi, condividono i principi di fondo», con­clude Alberto Biraghi.
A sei anni di distanza da quel­l’edi­­zione del “Microfono d’o­ro” di cui Arianna Bertinotti vin­­­se la prima tappa a Torre San Giorgio, peraltro ammaliando il pubblico con la sua interpretazione di “Zombie” dei Cran­ber­ries, oggi calca con sicurezza e ri­spetto palchi londinesi come quello dell’O2 Academy Is­ling­ton. E siamo sicuri che questo sia soltanto l’inizio.

articolo a cura di Linda Arnaudo