Confindustria Cuneo sull’indagine congiunturale per il terzo trimestre: “Gli imprenditori della Granda non si arrendono”

L’effetto dell’emergenza sanitaria si fa sentire in modo pesante: le aspettative sono indirizzate verso un generale deterioramento della situazione, con tutti i fondamentali economici in peggioramento rispetto a marzo. I segnali di ripresa di maggio e l’annunciato intervento dell’Ue concorrono però a coltivare un ingrediente fondamentale: la fiducia

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Confindustria Cuneo ha presentato l’indagine congiunturale di previsione per il terzo trimestre 2020 elaborato dal proprio Centro studi, da cui emerge uno scenario negativo originato dall’emergenza sanitaria che segue il trend riscontrato a livello nazionale e regionale, oltre che mondiale, sebbene con taluni aspetti meno gravi.

Il presidente, Mauro Gola, ne ha delineato i tratti essenziali evidenziando come, se si tenessero presenti solo i consuntivi di maggio sui fondamentali, rapportati a quelli dei mesi subito precedenti, si potrebbe pensare a un miracolo economico, mentre invece il raffronto va fatto con la situazione pre-epidemia e da esso si trae la consapevolezza di come il Covid-19 abbia conseguenze che non sarà semplice superare.

In una situazione in cui l’unica certezza purtroppo è l’incertezza, resta la necessità di coltivare la fiducia, pur essendo consapevoli del momento di estrema debolezza attraversato dal sistema economico, evidenziato proprio dall’indagine congiunturale.

Per Gola, a partire dai comunque buoni segnali registrati a maggio, e considerando l’importanza che potranno avere i sussidi e i prestiti comunitari all’Italia, una quota significativa dei quali giungerà in Piemonte e in Granda, si inizierà a costruire la ripresa.

Lo si farà sapendo di avere di fronte ostacoli significativi, come ad esempio la perdurante debolezza della domanda interna e la brusca salita dell’indice di sottoutilizzazione degli impianti produttivi.

Il direttore di Confindustria Cuneo, Giuliana Cirio, ha evidenziato come il rapporto sia stato realizzato intervistando gli imprenditori durante il mese di giugno, quindi quando le prospettive riguardo al ritorno alla normalità erano ancora più nebulose di quelle odierne e si era appena usciti dal periodo di quarantena. Questo ha inciso sulla visione pessimistica di cui la relazione congiunturale è la fotografia, ma nulla toglie alla serietà della situazione.

Se il Paese evidenzia una situazione molto critica, a livello piemontese i risultati dell’indagine congiunturale trimestrale confermano i timori e le incertezze legati a una potenziale nuova ondata epidemica e alle sue conseguenze economiche.

Nonostante il mese di maggio abbia visto la graduale uscita dal lockdown, per la nostra regione gli indicatori sono rimasti sostanzialmente pessimistici e allineati a quelli di fine marzo.

Il sentiment è in sostanziale deterioramento anche tra le oltre 300 imprese associate a Confindustria Cuneo che hanno preso parte all’indagine di previsione per il terzo trimestre 2020. Il crollo delle attese è ampio e generalizzato e riguarda sia il manifatturiero che i servizi.

Tra le aziende del comparto manifatturiero del cuneese, sale al 41,5% la quota di imprese che prevede una riduzione della produzione, contro il 13,8% che ne prospetta un aumento. Il saldo (pari a -27,6 punti percentuali) è in ribasso di quasi 10 punti. Sono ancora più negative le previsioni sugli ordinativi: il 48,8% degli imprenditori ne prevede un calo contro appena il 13,4% che ne annuncia l’incremento.

Il saldo, con un balzo verso il basso di oltre 16 punti, si mostra molto prossimo al picco recessivo del 2009.

Precipita a sua volta il saldo sull’export che sfiora il -34%.

Sale di oltre 20 punti la percentuale di aziende che segnala ritardi negli incassi. Rimangono pressoché stabili i tempi medi di pagamento della Pubblica Amministrazione, mentre sale di otto giorni la media generale.

Più che raddoppia il ricorso alla cassa integrazione guadagni: quasi il 43% delle aziende prevede di dover ricorrere agli ammortizzatori sociali, una quota che non si registrava dalla crisi del 2009.

I vari settori produttivi, i cui dati sono stati illustrati in modo particolareggiato da Elena Angaramo, responsabile del Centro studi di Confindustria Cuneo, sembrano essere stati colpiti dall’emergenza in modo abbastanza generalizzato, con variazioni al ribasso a due cifre, fatta eccezione per il comparto dei minerali non metalliferi in cui si ravvisa ancora qualche segnale di tenuta. Particolarmente in difficoltà risultano quelli del turismo e dell’automotive.

Anche i servizi sono stati investiti in pieno dalla crisi e già dallo scorso trimestre hanno iniziato a mostrare indicatori di previsione in forte deterioramento. Fanno eccezione solo pochi comparti in cui le attese su alcuni indicatori sono risultate meno sfavorevoli rispetto a marzo.