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Belmondo, ancora testimonial delle vallate cuneesi con IDEA

Per il secondo anno la sciatrice di fondo è il volto della campagna di promozione turistica delle valli della Granda portata avanti con convinzione dalla nostra rivista

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Un piacere e un onore dialogare con Stefania Bel­mondo.  Soprattutto ascoltare la sua voce, dolce e appassionata, che non nasconde l’amore nei confronti delle valli cu­neesi, in particolare della sua valle Stura.

Nativa di Vinadio, cresciuta a Pontebernardo e residente a Demonte, l’ex fondista ha incantato il mondo intero con gli sci ai piedi: dieci medaglie olimpiche (seconda in campo femminile, dietro solo alla norvegese Marit Bjørgen) e tredici iridate; memorabili i due ori olimpici conquistati nella 30 chilometri tecnica libera ad Albertville nel 1992 e nella 15 chilometri tecnica libera a Salt Lake City nel 2002.

Fu lei, Stefania Belmondo, l’ultimo tedoforo ad accendere il braciere durante la cerimonia di apertura della XX edizione dei Giochi olimpici invernali di Torino 2006, ricevendo la fiaccola nello stadio Olimpico di Torino. «Una donna che ha sempre cercato di dare il massimo, nello sport e nella vita»: così si autodefinisce spesso Stefania.

Nel luglio del 2019, voluta fortemente dal nostro editore e direttore Carlo Borsalino, la Belmondo fu scelta come testimonial dell’iniziativa della Rivista IDEA per portare le valli cuneesi al centro del mondo, intento perseguito da oltre 30 anni dalla Uniart. Chi meglio di lei, infatti, può essere rappresentativa delle stupende vallate della Granda e testimoniare con la propria storia personale quell’insieme di valori che caratterizzano le nostre montagne? Nessuno. Come conferma la nostra piacevole chiacchierata con la campionessa.

Stefania, partiamo dal suo ruolo di testimonial del progetto editoriale Uniart per le vallate cuneesi.
«Una soddisfazione. Io sono molto legata al territorio, a tutto il Piemonte e, in particolare, alla provincia di Cuneo. Quando riesco vado a Pontebernardo di Pietraporzio, dove vivono papà e mamma».

L’emergenza Covid-19 cosa ha cambiato nel mondo dello sport?
«Credo che ognuno di noi abbia cercato di imparare a convivere con questa situazione. Ma è necessario e importante non abbassare la soglia di attenzione, continuando a rispettare le disposizioni. Usare la mascherina non solo quando è obbligatorio, evitare gli assembramenti, evitare i saluti più affettuosi. Bisogna ancora avere pazienza. Io ho sempre lavorato durante il “lockdown” (è Carabiniere forestale a Cuneo, ndr) e quando non si poteva uscire se non per lavoro o per stretta necessità, ho imparato a fare tante cose. Cercavo di fare passare il tempo, ma con creatività».

Come dev’essere un turismo responsabile e in sicurezza sulle montagne cuneesi in questa estate 2020?
«C’è tantissima gente in montagna; l’ho constatato con i miei occhi anche negli ultimi giorni. Ben vengano tutti questi turisti, sono contenta. Domenica scorsa ero su dai miei genitori e una famiglia mi ha chiesto una foto dicendomi che non era mai stata in Valle Stura. Sono rimasti incantati dalle nostre bellezze. Ritengo giustissimo che le persone possano di nuovo muoversi, basta solo rispettare le regole. La mascherina dobbiamo mettercela in tasca, pronta all’uso e indossarla quando non riusciamo a garantire il metro di distanza. Non serve se siamo isolati o in alta montagna, ma se incrociamo altre persone in un sentiero va indossata. Il turismo si può fare e si può vivere anche in un’estate particolare come questa. Non bisogna sentirsi vincolati. Non si dimentichi mai, però, di rispettare le linee guida».

La montagna ha un “vestito” estivo e uno invernale. Stefania Belmondo come la descrive?
«Per me è, in assoluto, qualcosa di fantastico. Io sono una mattiniera e d’estate adoro andare fuori a prendere il fresco in “canottierina”. Ammirare le montagne che a poco a poco s’illuminano con il sole, facendo colazione. Regna un silenzio in cui tutto sembra immobile e appartenente a un mondo incantato. L’altra mattina, vicino a casa mia, ho visto tre caprioli. Adoro la natura e tutto quello che ne fa parte. In inverno, invece, una sciata nei boschi, anche mentre nevica, sa regalarmi sensazioni fantastiche. A parole è difficile spiegarlo. La montagna è di tutti, così come il mare, però dobbiamo averne rispetto. Non possiamo e non dobbiamo rovinare queste bellezze della natura. L’uomo gioca un ruolo fondamentale in questo».

Una “fotografia” attuale dello sci di fondo italiano?
«Lo sci maschile sta andando abbastanza bene: Federico Pellegrino ha ottenuto degli ottimi risultati e stanno emergendo atleti giovani molto interessanti. In campo femminile abbiamo delle brave atlete. Bisogna lavorare molto e crederci».

Ci sono progetti ambiziosi per il suo futuro, vero?
«Sì! Vorrei allestire un museo a Pontebernardo. Sto cercando, con mio zio, di predisporre il progetto. Io lavoro parecchio con i ragazzi delle scuole e mi piacerebbe molto che in particolare i più giovani potessero visitare questo spazio espositivo. Vorrei esporre quanto mi è servito per raggiungere i tanti risultati sportivi, come le attrezzature per l’allenamento e gli sci, oltre a trofei e medaglie. L’altro progetto, quando i bambini saranno più grandi e indipendenti, è quello di tornare a commentare le gare di sci in tv. Mi è sempre piaciuto farlo!».