Modalità gestionali, benefici per gli utenti e servizi territoriali. Sono questi gli aspetti che abbiamo approfondito con il direttore generale dell’Asl Cn2 Massimo Veglio contestualmente alla visita che la redazione della Rivista IDEA ha avuto l’opportunità di effettuare presso il nosocomio “Michele e Pietro Ferrero”.
Direttore Veglio, avverte la responsabilità di gestire un nuovo ospedale costituito unendo quelli attivi da decenni nelle città di Alba e Bra?
«Gestire un ospedale appena avviato è una grossa responsabilità, identica tuttavia a quella che si avverte generalmente quando si ha a che fare con una struttura medico-sanitaria. La difficoltà maggiore è legata al fatto che, soprattutto nelle fasi iniziali, le incognite sono molte: non c’è giorno in cui non si presenti una nuova situazione da affrontare. Del resto, è ciò che accade quando ci si trasferisce in una nuova abitazione. La differenza sta nelle dimensioni del complesso ospedaliero di Verduno, al cui interno ci sono ben 3.500 vani, la stessa volumetria, cioè, di mille trilocali messi assieme».
Dal punto di vista degli utenti, quali sono i principali vantaggi che assicura il presidio ospedaliero “Alba-Bra”?
«Il passaggio da due ospedali a uno unico, peraltro caratterizzato da spazi ampi, luminosi e poco rumorosi, garantisce benefici in termini di fruibilità dell’edificio e di qualità dell’assistenza».
Quali miglioramenti è lecito attendersi sul fronte dei servizi sanitari?
«Il fatto di aver unificato le équipe mediche in precedenza attive ad Alba e Bra assicura all’ospedale di Verduno un organico più nutrito e, quindi, una copertura dei servizi più estesa nel tempo. Non meno significativa è la presenza, all’interno del nosocomio, di un unico centro accettazione. A ciò si aggiunge l’impiego delle migliori tecnologie attualmente disponibili, che verranno introdotte giorno dopo giorno e che costituiranno senz’altro un ulteriore valore aggiunto».
In che modo intendete favorire la fruibilità dell’ospedale?
«Per quanto la struttura del nosocomio si sviluppi in maniera logica e funzionale, al primo impatto potrebbe disorientare. Alla luce di ciò, si è deciso di attivare due punti informativi: uno all’ingresso “Santa Vittoria” e l’altro all’interno dell’area pertinente all’ingresso “Verduno”. Gli addetti che li presidiano forniranno risposte puntuali e interverranno in aiuto di ospiti eventualmente in difficoltà. Nello specifico, si occuperanno di fornire le istruzioni per raggiungere le aree dell’ospedale in cui ci si deve recare e, se necessario, provvederanno ad accompagnare gli utenti di persona lungo i vari percorsi esistenti. In parallelo si farà il possibile affinché tutti i collaboratori sanitari risultino “curativi”, restituendo cioè ai pazienti e ai loro familiari, in termini di serenità e gioia, la piacevolezza che loro stessi provano lavorando in una struttura di assoluta eccellenza».
La prossima sfida?
«Ora che l’ospedale è aperto, ci resta la responsabilità di far sì che il territorio non solo non rimanga depauperato di servizi sanitari ma, anzi, li veda crescere. Sarei contento che le persone venissero curate principalmente sul territorio e che si prevenisse il più possibile il ricorso all’ospedale».
Lo sguardo rivolto ai servizi territoriali
L’attenzione del direttore dell’Asl Cn2 Veglio si focalizza anche sulle cure prestate a livello locale