Valle Grana – Natura e sport nel regno del Castelmagno

In frazione Piatta Sottana, poco lontano da Montemale è stata attrezzata una palestra di roccia, raggiungibile facilmente a piedi da un sentiero a pochi passidal centro abitato

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Un piccolo scrigno che racchiude paesi di notevole interesse storico, artistico e naturalistico. È conosciuta perché la terra natale del famoso formaggio Dop Castelmagno, prodotto dal latte delle vacche della razza piemontese che alpeggiano liberamente nelle conche dell’omonimo comune e per la pera Madernassa.
Di forte connotazione è poi la cultura provenzale e occitana che vede, specie nell’alta valle, un fiorire di associazioni e centri culturali chiamati a salvaguardare il patrimonio di conoscenze e tradizioni. La varietà degli ambienti e del clima creano quindi quelle condizioni particolari che fanno sì che la valle Grana, per la ricchezza e varietà di specie sia un grande giardino botanico naturale; non per nulla fiori ed erbe pregiate hanno creato quel capolavoro che è il formaggio di Castelmagno. La fioritura che esplode da maggio è un prodigio naturale: decine di rare orchidee hanno saputo conservarsi la loro delicata nicchia ecologica e poi anemoni, “crochi saxifraghe”, genziane, viole, gigli, fino all’arcaico camedrio alpino, alla stella alpina e a centinaia di altre specie.
Per gli appassionati di sport la valle è anche un’imperdibile occasione per tortuose ed emozionanti esplorazioni cicloturistiche, spesso palcoscenico di campioni mondiali. Come la salita cronometrata da Pradleves al Colle Fauniera, celebrato nel 1999 addirittura dal Giro d’Italia. Il percorso è lungo circa 20 chilometri per un dislivello di 1.675 metri. Preferite la mountain bike o il trekking? Meglio allora, la “Curnìs”,
interessante anello sentieristico lungo circa 40 chilometri, che attraversa ben 52 frazioni, arroccate tra vecchie baite e castagneti storici, che producono la castagna d’alta qualità cuneese. La capitale della valle è Caraglio, antico insediamento dell’età del ferro, che nel periodo tra il Sette-Ottocento divenne uno dei più rilevanti centri di lavorazione della seta. A testimonianza di questo passato glorioso, il Filatoio rosso, bellissimo esempio di archeologia industriale, ora importante centro culturale. Dal fondovalle si può inoltre raggiungere il Comune di Castelmagno, il cui Santuario è meta internazionale di pellegrini. La Cappella Allemandi contiene affreschi della seconda metà del XV secolo attribuiti a Pietro da Saluzzo, pittore noto come «Maestro del Villar». Un’altra cappella, detta «Cappella vecchia», fu integralmente affrescata da Giovanni Botoneri di Cherasco nel 1514. Gli affreschi occupano 17 scomparti, che narrano la condanna e la passione di Gesù a partire dal suo ingresso trionfale in Gerusalemme. Interessante è la rappresentazione dei sette martiri tebei: San Magno al centro, con San Maurizio, San Costanzo, San Ponzio, San Chiaffredo, San Dalmazzo, San Pancrazio. Degna di attenzione è la ricchissima collezione di ex voto.
Equitazione, sci alpinismo, pattinaggio su ghiaccio, e-bike e arrampicata sono i nuovi modi di vivere la montagna e agli appassionati di queste discipline la valle Grana offre davvero un ventaglio di opportunità imperdibile. Come imperdibile del resto, rimane poi, per i ricercatori della tradizione una visita al Museo etnografico Coum­boscuro della civiltà provenzale alpina, che mette in mostra una delle collezioni più complete dell’arco alpino occidentale. Di grande interesse il monumentale frantoio in pietra ed il raro telaio della canapa. Il museo è aperto ogni giorno dell’anno.