La fama di questa valle è legata alla maestosa e imponente presenza del Monviso, che con i suoi 3.841 metri è considerato uno dei monti più affascinanti delle Alpi meridionali. Ai suoi piedi nasce il fiume Po che nella prima parte del suo corso è protetto dall’omonimo parco. La valle è rinomata per un paesaggio incontaminato e per un’ampia superficie boschiva e secolare. Insieme alla Bronda e alla Infernotto, la valle Po conserva moltissimi reperti storici e artistici: castelli, abbazie, santuari, certose e piccoli tesori di architettura rurale alpina come l’insediamento di Balma Boves. Traccia di un fiorente rapporto commerciale tra il versante italiano e quello francese è il primitivo “buco del Viso”, senza dubbio antesignano dei trafori. La valle è ricca di sentieri e particolarmente suggestivi risultano gli antichi siti archeologici sul monte Bracco e le zone geologiche, come le grotte del rio Martino. Per gli appassionati il richiamo irresistibile restano i circuiti escursionistici nella media-alta valle Po e la rete dei sentieri denominata “Orizzonte Monviso” che da Paesana collega Ostana, Oncino, Crissolo sino a giungere a pian del Re da cui partono le principali rotte alpinistiche dell’area del Viso.
Nel 1511 Leonardo da Vinci scrisse del monte Bracco. Una balconata, di fronte al Monviso e al Po, da cui affacciarsi, in modo da poter accedere a un grande laboratorio geologico, botanico e faunistico; un infinito, vertiginoso libro da cui leggere le testimonianze affascinanti della preistoria, come le incisioni rupestri, lontani segni di un passato ormai al confine della fantasia.
In inverno numerose sono le offerte per gli appassionati di sci alpinismo, dalle cascate di ghiaccio allo sci alpino. L’attività prevalente della Valle, specie nella parte alta, è senza dubbio il turismo, anche se nelle aree di fondovalle e nelle valli Bronda e Infernotto altrettanto fiorenti sono il commercio, l’agricoltura e l’artigianato. Fra i prodotti tipici occorre assolutamente segnalare le prelibate mele della valle Bronda, il vino Pelaverga Doc, i biscotti “batiaje”, a base di farina di meliga. Sul fronte lattiero-caseario, invece, va menzionata la “Toma Bargiulina”. Le zone di Barge e Bagnolo sono assai conosciute per le loro cave a cielo aperto da cui si estraggono e si lavorano la pietra “bargiolina” (quarzite) e la pietra di Luserna (“gneiss”) impiegate per le coperture dei tetti e per le pavimentazioni.
Valli Po, Bronda e Infernotto – Intreccio tra passato e futuro con il Monviso nel cuore
La presenza della vetta e il lento scorrere del fiume più lungo d’Italia diventano richiamo irresistibile grazie a un’ampia rete sentieristica