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Cuneo commemora le vittime del “Porajmos”, lo sterminio nazista di Rom e Sinti

Il 2 agosto ricorre la data in cui nel 1944 il regista nazista portò a compimento, nel campo di Auschwitz-Birkenau, lo sterminio nazista di quasi tremila Rom e Sinti in una sola notte.

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La Vicesindaca Patrizia Manassero, il Consigliere Comunale Ugo Sturlese e la famiglia di Amilcare "Taro" Debar

Il 2 agosto ricorre la data in cui nel 1944 il regista nazista portò a compimento, nel campo di Auschwitz-Birkenau, lo sterminio nazista di quasi tremila Rom e Sinti in una sola notte. Nell’arco del periodo bellico venne portata a termine questa pratica di annientamento definita, da Rom e Sinti, “Porajmos” (“grande divoramento o devastazione”) che portò all’eliminazione di oltre un milione di persone se si considerano gli eccidi compiuti nelle terre di occupazione dei Paesi Baltici e Balcanici.

Per commemorare questa tragica ricorrenza, domenica 2 agosto la Vicesindaca Patrizia Manassero e il Consigliere Ugo Sturlese – in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale – hanno incontrato la famiglia di Amilcare Debar, detto Taro, staffetta e poi partigiano combattente con il nome di battaglia Corsaro.

 “È stato un incontro cordiale incentrato sul ricordo di Amicare Taro Debar – commenta la vicesindaca Patrizia Manassero -. La figura di Taro è vivissima nel cuore dei suoi figli ed altrettanto nella comunità che ha rappresentato ai più alti livelli internazionali. L’incontro con il Presidente Sandro Pertini, con il Papa e nelle sedi Istituzionali in più svariate occasioni non è solo leggenda per i famigliari, ma testimonianza di un uomo che ha rappresentato una comunità troppo spesso oggetto di discriminazioni”.

Per ricordare il tragico episodio del “Porajmos”, il Consiglio Comunale del 27 luglio scorso ha approvato di intitolare il breve tratto di strada che conduce da Via del Passatore all’insediamento della comunità dei Sinti, alla memoria del partigiano Amilcare Debar “come riconoscimento per il suo contributo alla liberazione del Paese dal regime fascista e alla costruzione di un modello di fruttuosa interazione fra le diverse etnie che compongono la nostra Nazione”.

cs