Coronavirus: in Valle Stura 6 casi, massima attenzione su Roccasparvera

Tra le persone che hanno soggiornato nel Comune ad agosto, altri 3 nuovi casi positivi, accertati dall’ASL Cn2 al rientro presso le loro abitazioni, e altri 4 riscontrati al ritorno in Francia

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L’Unione Montana Valle Stura in collaborazione con la Croce Rossa Valle Stura e l’AIB –
Protezione Civile Valle Stura attraverso il C.O.I. – Centro Operativo Intercomunale – ha comunicato un nuovo aggiornamento sulla situazione Coronavirus.

DEMONTE – Si confermano i DUE casi positivi, senza ulteriori evoluzioni.

ROCCASPARVERA e FRAZIONI – Nella giornata odierna si sono accertati altri TRE nuovi casi di positività al Covid, che si vanno ad aggiungere al caso riscontrato il 19 agosto.

Ad oggi risultano QUATTRO casi accertati nel Comune di Roccasparvera e sue frazioni. Sono state attivate le procedure di accertamento dei soggetti venuti in contatto con i positivi da parte dell’ASL Cn1.

Questa situazione richiede MASSIMA ATTENZIONE in quanto risultano, tra le persone che hanno soggiornato nel Comune nel periodo centrale di agosto, altri 3 nuovi casi positivi, accertati dall’ASL Cn2 al rientro presso le loro abitazioni, e altri 4 casi positivi riscontrati al rientro presso il loro paese di origine (Francia).

Siamo in attesa dei risultati degli ulteriori accertamenti ma abbiamo ragione di pensare che la situazione che si sta delineando nel Comune di Roccasparvera e Frazioni sia il risultato della sottovalutazione del rischio di contagio che ha portato ad atteggiamenti superficiali in occasione dei giorni di festa appena trascorsi – spiegano dal Centro Operativo Intercomunale –. RICHIAMIAMO con forza a porre molta attenzione e a non sottovalutare MAI i sintomi. Visto il permanere della situazione di incertezza si conferma l’INDICAZIONE a tutti i frequentatori della valle Stura, popolazione locale e turisti, ad utilizzare SEMPRE i dispositivi di protezione (mascherine) sia al chiuso sia all’aperto ed in presenza di dubbi sul proprio stato di salute si invita a contattare il proprio medico di famiglia“.