Letteratura, storia, ambiente: tutto assieme, sabato 12 settembre al Parco Forestale del Roero di Sommariva Perno: con la prima tappa “Appuntamenti con la Storia e i personaggi passati per il Roero, che andrà in scena nel Teatro del Bosco con ingresso da località Cascina del Mago.
Dalle 17.30, tutta l’attenzione sarà protesa verso la presentazione del libro di Gian Mario Ricciardi sulla biografia della Bela Rosin, a trent’anni dalla “Bella Rosina” di Roberto Gervaso. Eloquente, il titolo di questo volume: “Rosa, la bella del Re” edito da Priuli&Verucca e in distribuzione nelle librerie proprio da sabato prossimo.
E’ l’ultima ricostruzione storica della vita della contessa Rosa Vercellana, sposa morganatica del re Vittorio Emanuele II. Quali visioni ed elementi, spesso profondissimi, in questo volume? Lo spiega lo stesso autore, roerino e sommarivese doc, una vita spesa tra passione civile per il territorio e giornalismo di altissimo livello.
E’ da sottolineare, infatti, come Ricciardi sia stato per anni vice sindaco del paese legato proprio alla Bela Rosin, oltre che direttore di Rai Piemonte e, da alcuni, presidente di Roero Verde che regge le sorti del Parco. «La ragazza: lei, giovanissima; lui, sposato con una nidiata di figli; lei, 14 anni, un passato dignitoso ma modesto, un futuro con pochi amici, ma un re nel cuore. Comincia così, in un autunno tiepido, nel castello di Racconigi, la più grande e recente fiaba reale d’Italia».
Il contesto storico? È il 1847. Buona, affabile, generosa: questi gli aggettivi che più ricorrono negli scritti che parlano di lei. Per il re dev’essere stata, soprattutto, dolcissima. La bella del re: lui sposta il quartier generale ad Alessandria dove in una piccola località, Castelceriolo, la Rosina mette al mondo la primogenita Vittoria, battezzata con il cognome di Guerrieri. Vittorio va e viene, combatte, stringe accordi, ne brucia altri, ma il suo riferimento è lei. Donna del popolo si trasforma da “clandestina della storia” in una “influencer” costante.
Una scena, una suggestione, vicinissimi a quello che è anche il “paese delle fragole”. «Come non immaginare che quando Vittorio Emanuele II scrive le bozze di quello che diventerà “Il grido di dolore” e la scelta definitiva delle guerre per l’unità lei non le sia vicino. Butta giù le “bozze” nella stanza del castello di Sommariva Perno, dove sono ancora inquadrate. Amore, fantasia, genuinità, saggezza sono le sue doti principali che esercita tutta la vita».
Poi cambia lo scenario familiare e storico: «Il re ha vinto la guerra ed è popolarissimo. Il Cavour se n’è andato sbattendo la porta, al suo posto c’è il Rattazzi: Maria Adelaide è morta, Vittorio Emanuele si sente sicuro e tenta una vera e propria convivenza con la sua donna».
Donna della vita, al suo fianco nell’anno dell’Unità italiana: ma anche “donna del popolo”: «La cascina Vidavì (località Valle della vite) è uno dei più luoghi frequentati. Un posto, nella terra delle fragole, che conserva discrezione e dolcezza di antico stampo».
Ci sarà tutto questo, in chi vorrà seguire la lettura del libro: il cui vernissage, sabato, verrà arricchito da tanto di musica e aperitivo finale. Una festa, di parole e storia, cui tutti sono da ritenersi invitati.
Paolo Destefanis