Palazzo Muratori Cravetta sorge lungo “Contrada Jerusalem” un tempo nota come la Contrada dipinta, per le numerose facciate affrescate, che facevano da sfondo alle processioni tra la Collegiata di S. Andrea e la Chiesa di San Domenico.
La dimora attuale ha origine dall’accorpamento di tre proprietà nobiliari: quella dei Corvo, dei Tapparelli e dei Muratori. Qui soggiornarono personaggi illustri come il Re di Francia Francesco I nel 1515 e l’Imperatore Carlo V nel 1536.
La trasformazione dell’edificio nella forma attuale fu intrapresa da Giovanni Francesco I Cravetta, Primo Presidente del Senato ducale, e conclusa dal nipote Giovanni Francesco II.
Di grande impatto è il cortile d’onore, eccezionale esempio di architettura
tardo-rinascimentale piemontese. Qui pittura, scultura ed architettura si fondono armoniosamente, nella creazione di uno spazio di gusto classico, al genio ed alla mano di Ercole Negri di Sanfront, arricchito dagli affreschi di Francesco e Costanzo Arbaudi (1624 circa), dagli stucchi di Bartolomeo Rusca (noto per la sua opera alla Certosa di Pesio) e dai 12 busti nelle nicchie raffiguranti principi e principesse sabaude.
I lavori di costruzione si suppone siano stati ultimati intorno al 1620, anno in cui Vittorio Amedeo I sceglieva il Palazzo quale sua dimora. Per il cantiere decorativo si fa riferimento all’arco temporale 1606-1624. La facciata manierista su via Jerusalem presentava la serie dei mesi dell’anno intercalati da busti e statue dipinte. A completamento dell’opera fu realizzato un piccolo giardino all’italiana, luogo ideale per i ricevimenti, ma anche utilizzato come teatro privato, che sfruttava la splendida scenografia della facciata principale che ricalca lo schema degli archi trionfali, ingentilito dall’attico dipinto a figure.
Nel 1630 in una stanza al piano terra morì il Duca Carlo Emanuele I, assistito dal suddito e confidente Alessandro III Cravetta: tale camera, tuttora visitabile, sorprende in particolare per il superbo soffitto a cassettoni, decorato con circa 160 formelle lignee dipinte con stemmi di famiglie nobili e personaggi, animali, scene di vita comune di gusto tardo medievale (anni Settanta del XV secolo). Nell’anno 2006, nell’ambito del progetto Interreg Alcotra “Jardins des Alpes”, è stato portato a termine il recupero del giardino storico, con un disegno che trae spunto dal periodo rinascimentale-manieristico. Si sono adottati come modelli teorici esperti come Claude Mollet e il figlio André. Proprio fra le tavole incise al Théâtre des plans et jardinages (1652) si è individuata la tavola numero 16 di impianto rettangolare sulla quale si è indirizzato il progetto. Il parterre è realizzato in bosso (Buxus sempervirens) con al centro della Santolina (Santolina chamaecyparissus). Il tutto delimitato a margine da zone di prato di forma rettangolare. Le pareti su Contrada delle Beccherie e sul lato est sono costituite da palissades di Carpino bianco (Carpinus betulus) per mascherare i fronti di minor pregio. Nel 2016 sono stati ultimati i lavori di restauro che hanno consentito il recupero della facciate esterne dell’intera fabbrica oltre alla riqualificazione di tutto l’edificio per trasformalo in spazi museali espositivi e di rappresentanza.
A Savigliano Palazzo Muratori Cravetta, vero tesoro
I recenti restauri hanno riportato candore pittorico alla facciata interna, la più preziosa e sorprendente dell’edificio