Il 4 agosto è stato ufficialmente consegnato alla ditta costruttrice il cantiere del lotto 2.6B dell’autostrada A33 “Asti-Cuneo”, quello relativo alla tratta tra Alba e Verduno: lo ha reso noto il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, sottolineando come si tratti di una notizia importante, «innanzitutto perché consente di non far scadere le autorizzazioni già in essere per l’avvio dei lavori preliminari e perché rappresenta un altro passo avanti concreto per il completamento di un’opera attesa da più di trent’anni». Secondo il governatore della Regione ora il cantiere può partire davvero.
La comunicazione è stata trasmessa nei giorni scorsi al Ministero delle infrastrutture e trasporti dalla società Asti-Cuneo e, successivamente, è stata comunicata al presidente Alberto Cirio.
Partono quindi le operazioni per l’avvio dei lavori preliminari: la preparazione delle aree con i tracciamenti topografici e la materializzazione degli ingombri dell’infrastruttura, l’asportazione del soprasuolo e la realizzazione delle recinzioni delle aree di cantiere, oltre alla bonifica da eventuali ordigni bellici. Si procederà inoltre con il pagamento degli espropri.
Numerose le reazioni nel mondo della politica. Tra i primi a intervenire è stato il vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte, Francesco “Franco” Graglia, il quale ha dichiarato: «Esprimo la mia soddisfazione per la consegna del cantiere del lotto 2.6B della A33 intercorrente tra Alba e Verduno. L’ultimazione della autostrada “Asti-Cuneo” va avanti davvero. Ora iniziano tutte le procedure del caso, tra cui tracciamenti, movimentazione del suolo, insediamento del cantiere. Un nuovo tassello per mettere fine a un film durato troppo a lungo».
Sempre tra le fila della maggioranza, hanno commentato la notizia anche gli esponenti cuneesi della Lega. Ecco le parole di Matteo Gagliasso e Paolo Demarchi, entrambi consiglieri della Regione Piemonte: «Una buona notizia attesa da troppo tempo ma che testimonia ancora una volta “l’altra velocità” che questa giunta regionale a trazione leghista ha impresso al nostro Piemonte. Finalmente è stata imposta l’accelerazione che un’opera tanto importante meritava: non a caso, tra i nostri primi atti avevamo presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per avere un aggiornamento sull’avanzamento dei lavori. Ora avanti con i cantieri per consegnare ai nostri territori un’opera attesa da trent’anni. E avanti anche con la viabilità complementare e con gli interventi sul tunnel del Tenda, infrastrutture fondamenti per far uscire la provincia Granda da un isolamento che l’affligge da troppo tempo».
Più prudente, invece, il consigliere regionale di opposizione, già sindaco di Alba, Maurizio Marello, il quale ha sottolineato: «È una buona notizia che accolgo però senza esultare. Queste attività sono legate al recente cambio di passo del Governo nazionale che ha portato il Cipe ad approvare il nuovo piano finanziario. Grazie, quindi, in particolare, al lavoro fatto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal Ministro delle infrastrutture Paola De Micheli. La strada però è ancora lunga e anche le incognite e le difficoltà legate soprattutto alla parte del lotto 2.6A da Verduno a Cherasco, che deve essere ancora completamente riprogettata e approvata, eliminando le gallerie da sostituire con i viadotti. Rimane poi tutta la partita delle opere complementari, strategiche per il territorio, ancora da finanziare».
Il presidente della Provincia di Cuneo Federico Borgna ha trattato il tema in una lettera inviata al premier Conte, auspicando interventi immediati, oltre che sul fronte dell’“Asti-Cuneo”, anche a favore di un’altra infrastruttura strategica per la Granda: la variante di Demonte. «Ciò che manca alla partenza reale dei cantieri», ha scritto il presidente Borgna rivolgendosi al Presidente del Consiglio, «è la conclusione dell’iter burocratico e per questo le chiediamo di intervenire direttamente per accelerare i passaggi che riguardano la sottoscrizione, ratifica e pubblicazione dei vari provvedimenti. Con il suo intervento potrà aiutarci a colmare il “gap” infrastrutturale che da decenni comporta perdite economiche incalcolabili per il nostro territorio, oltre ai costi in termini di sicurezza e di ambiente non più sostenibili».
Esprime invece grossi dubbi circa la possibilità di riaprire realmente i cantieri in tempi brevi l’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero. Il sodalizio ha manifestato le proprie perplessità in una nota. Ecco un estratto: «Non avremo quest’opera prima di cinque anni», scrive l’Osservatorio mettendo in guardia circa l’impatto che l’infrastruttura avrà sul territorio Unesco di Langhe e Roero. Aggiunge l’Osservatorio: «Il tronco B “Alba-Verduno” del lotto 2.6 presenta comunque ancora problemi di “consumo di suolo”, mentre il tronco A del medesimo lotto, il “Verduno-Cherasco”, deve essere riprogettato totalmente. Abbiamo il diritto di conoscere il progetto e ottenere che questo risulti conferme alle esigenze del territorio. Chiediamo al presidente Cirio e ai Sindaci di entrare subito insieme nel merito del progetto».