In occasione della presentazione dei risultati del primo semestre 2020, Carlo Messina, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo, ha commentato: «In un periodo di eccezionale complessità segnato dalle conseguenze della pandemia, Intesa Sanpaolo ha confermato la capacità di raggiungere gli obiettivi e rispettare gli impegni. La coesione nel team di top manager e la qualità professionale delle nostre persone fa apparire tutto ciò semplice e scontato: in realtà non lo è affatto.
A loro va il mio personale ringraziamento, per come hanno saputo sostenere famiglie e imprese con misure eccezionali nell’erogazione del credito, per la continua attenzione rivolta alla gestione del risparmio della nostra clientela e per i risultati ottenuti, straordinariamente positivi. Nei primi sei mesi dell’anno, a fronte di un contesto molto impegnativo, abbiamo conseguito il miglior utile netto del primo semestre dal 2008, pari a 2,6 miliardi di euro. Ciò significa aver già realizzato l’86% dell’obiettivo minimo di utile netto di 3 miliardi, previsto per quest’anno. Il risultato netto del primo semestre 2020 mostra un aumento del 39% rispetto ai primi sei mesi del 2019, escludendo i 900 milioni di euro di accantonamenti relativi ai possibili impatti futuri del Covid-19. I ricavi mostrano una notevole resilienza, con una crescita dell’attività assicurativa. Le commissioni, penalizzate dal forte rallentamento delle attività economiche e dalla volatilità del mercato, a giugno segnano una ripresa; l’aumento delle masse di risparmio in gestione accelera nel secondo trimestre. Continua il calo dei costi, il nostro livello di efficienza operativa è tra più elevati a livello europeo. Abbiamo ulteriormente rafforzato il nostro bilancio, migliorando i coefficienti patrimoniali, già estremamente solidi, e riducendo lo stock dei crediti deteriorati al livello più basso dal 2008, con un calo di circa 6 miliardi di euro negli ultimi dodici mesi. Il flusso di nuovi crediti deteriorati è al livello più basso mai registrato nei primi sei mesi dell’anno. Possiamo pertanto affermare di essere ben posizionati per continuare ad assicurare una redditività ai vertici del settore in Europa, mantenendo una elevata patrimonializzazione».
«Senza contare il contributo di Ubi Banca», prosegue il manager, «prevediamo di realizzare un utile netto di almeno 3,5 miliardi di euro nel 2021. Ora si apre un nuovo capitolo nella storia del nostro gruppo: nel pieno rispetto dei tempi annunciati, abbiamo concluso con successo la nostra offerta rivolta agli azionisti di Ubi annunciata cinque mesi fa. Il 90,2% (in termini di capitale) ha deciso di far parte di Intesa Sanpaolo: una scelta che per noi è motivo di orgoglio. Intesa Sanpaolo e Ubi hanno modelli di business simili, con culture e valori aziendali condivisi».
«Aver avviato, primi a livello europeo, una nuova fase di rafforzamento del settore bancario», ha ribadito Messina, è la dimostrazione di come il nostro Paese possa giocare da protagonista in campo internazionale. La nuova realtà potrà contare sulle elevate qualità professionali delle oltre 100.000 persone che ne faranno parte e avrà un ammontare di impieghi per oltre 450 miliardi di euro; il risparmio che gli italiani ci affidano supererà il valore di 1,1 trilioni di euro, i ricavi saranno pari a 21 miliardi di euro: si tratta di cifre espressione delle capacità dei nostri imprenditori e della solidità del patrimonio delle nostre famiglie, gli elementi alla base della forza dell’economia italiana. Insieme siamo più forti e insieme abbiamo un maggiore potenziale di crescita. È infatti grazie a questa operazione che possiamo proiettarci nelle primissime posizioni tra le banche 2 dell’Eurozona: diventiamo la seconda banca per capitalizzazione, la sesta per risultato operativo e l’ottava per totale attivo. Si tratta di un passaggio di grande rilevanza.
La creazione di una nuova realtà, leader nella crescita sostenibile e inclusiva, forte del radicamento nei territori di appartenenza, genererà benefici per chiunque ne sarà parte. Penso agli azionisti, ora ancora più numerosi, pilastro alla base del posizionamento della nostra banca ai vertici europei del settore; alle famiglie, che con i loro risparmi rappresentano la base delle prospettive di crescita della banca; alle imprese, di cui sosterremo i progetti di rilancio e espansione, in particolare nei mercati internazionali.
L’anno prossimo, quando lo scenario macroeconomico diventerà più chiaro, forniremo al mercato un Piano di impresa dettagliato, riguardante il nuovo gruppo combinato. Sin da ora, accogliere nel Gruppo i nostri nuovi colleghi provenienti da Ubi rappresenta una priorità assoluta di Intesa Sanpaolo e mia personale. Ai colleghi del nuovo Gruppo che diventeranno parte della famiglia Bper vorrei dire: lavoreremo con il management di Bper per fare tutto il possibile al fine di garantire la considerazione adeguata a persone che saranno un arricchimento per Bper. È un nostro ulteriore impegno. Ubi è una realtà con un grande potenziale legato alla qualità delle sue persone: esse ora sono una parte preziosa del nostro Gruppo. Alla base dell’orgoglio di appartenenza a Intesa Sanpaolo c’è la motivazione a raggiungere importanti obiettivi e a partecipare a progetti di crescita. Riconoscere e valorizzare talenti, dando loro la possibilità di contribuire al successo comune, è la formula vincente. I nostri nuovi colleghi in arrivo da Ubi possono contare su questi tratti distintivi. Come Intesa Sanpaolo, riteniamo fondamentale sviluppare il nostro modello di banca per una crescita inclusiva e sostenibile. Le disuguaglianze sociali ed economiche, esacerbate dall’emergenza Covid-19, rendono questo impegno più stringente e l’esperienza maturata da Ubi nello sviluppo responsabile porterà nuove competenze e capacità.
Siamo certi che la forza di questo Gruppo, insieme ai valori di riferimento su cui è basato, rappresentano un elemento fondamentale per un nuovo futuro di crescita del Paese.