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Sister Arch: ovvero 3 cuori e… 12 corde

Arriva dalla Granda il trio che si cimenta con ogni genere musicale, reinterpretandolo

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Spesso il nostro territorio produce talenti musicali degni di nota come nel caso delle Sister Arch. Siamo stati in compagnia di Eleonora Cavigliasso di Fossano, Ilaria Bogetti di Bra (al violino) e Samantha Boglio (al violoncello), per farci spiegare com’è nato il trio, scoprire quali sono i loro progetti più interessanti e ottenere alcune informazioni riguardo al futuro. Alle domande ha risposto principalmente Ilaria, facendosi portavoce del trio, ma nel corso dell’intervista sono intervenute anche E­leo­nora e Samantha, rendendo così il racconto davvero a tre voci.

Partiamo dal principio: come vi siete conosciute e com’è nata l’idea delle Sister Arch?
«Ci siamo conosciute in conservatorio a Cuneo, abbiamo fatto mu­sica da camera classica suonando anche Vivaldi. Studiamo di­dattica e andiamo nelle scuole elementari a suonare per i bambini, facendo così mini concerti per fare pratica. Si è creato un bel clima sin dall’inizio, durante una prova ci venne l’idea di mettere su un trio d’archi, volevamo suonare insieme. Nel marzo del 2019 nasce il nostro trio; ci siamo concentrati sulla musica pop, arrangiando molti brani in base ai nostri gusti, volevamo fare qualcosa di originale. Abbiamo pensato al logo e nome, che è nato quasi per scherzo dopo questo nostro compagno ha proposto anziché “Sister act”, come il celebre film, “Sister arch” e così abbiamo trovato il nome. Essendoci un rapporto di amicizia profondo, abbiamo mantenuto il termine “sister” perché ci consideriamo più che semplici amiche. Il 3 giugno abbiamo aperto sui social le nostre pagine, sia Facebook che Instagram e sono arrivati subito molti concerti, in tutto quasi 30. Tantissime le occasioni per fare musica: feste private, matrimoni, cene e anche mostre d’arte. Erroneamente la gente scambia gli archi esclusivamente con la musica classica, noi però facciamo anche “hit”».

Qual è stato il vostro primo concerto e com’è andato?
«Al primo concerto ha grandinato: eravamo a Saluzzo al Castel Bistrot, per un apericena in musica. È andato molto bene, eravamo molto emozionate. All’inizio c’era poca sintonia, ma poco alla volta abbiamo migliorato l’intesa. Ora basta un’occhiata per capire buona parte di ciò che ci vuole dire l’altra».

Qual è stato invece il concerto che ricordate con più gioia? Quello che secondo voi è stato iconico per il trio.
«A Viola, in un paesino sopra Ceva, abbiamo suonato benissimo, interpretando i brani nel migliore dei modi. C’è stato anche il concerto presso il ristorante del Santuario di Vicoforte, in occasione del cenone di capodanno. È stato molto bello, perché ci hanno lasciato suonare la nostra musica e poi abbiamo fatto il conto alla rovescia per la mezzanotte. Abbiamo passato il capodanno insieme ed è stato un momento importante per la crescita del trio. Il concerto più particolare è stato quello al Mulino Fruttero di Fossano, in occasione di un picnic sul prato. Abbiamo suonato musica classica al mulino e dopo, il pop, in cascina. Altre occasioni particolari son state le feste come quella di San Valentino e al Globo summer festival di Saluzzo, oppure molti matrimoni; ne avremo uno a settembre e uno a ottobre. Il nostro punto di forza è che siamo molto versatili, tocchiamo tanti generi e questo molto spesso piace».

Arriviamo da un periodo molto difficile, sia a livello personale che lavorativo. Come hanno gestito il lockdown le Sister Arch e com’è cambiato il vostro lavoro e la vostra didattica?
«Durante il lockdown abbiamo fatto lezione via webcam, abbiamo registrato tre brani e sui social sono usciti altrettanti video. La didattica a distanza è difficile, soprattutto in una scuola come la nostra. L’unico aspetto positivo è stato che abbiamo arrangiato tanti nuovi brani e appena abbiamo potuto, ci siamo messe subito a suonare. Con il lockdown è mancata la parte umana, il nostro corso è mirato all’insegnamento. Prima eravamo sempre a scuola, passare da es­sere sempre in giro a stare a casa senza poter fare nulla è pesante. Sono saltati molti concerti, sia della scuola che nostri. Quello che ci è pesato più di tutto è stato il non poterci vedere e provare insieme, ma è stato fatto tanto lavoro al computer».

Qual è stato il punto di svolta per il trio?
Eleonora parla del suo punto di svolta: «Per me è stato fare diverse dirette sulla pagina Facebook dove suonavo, senza aver paura del giudizio degli altri, questo mi ha aiutato molto, come il progetto di un video al giorno durante il lockdown». Passando a Samantha invece: «Per me è poter fare musica moderna che mi permette di esplorare tanto i miei orizzonti musicali, cambia molto suonare davanti ai professori per le lezioni o alle persone per un concerto». Infine parla Ilaria: «Il punto di svolta è stato quando ho iniziato a lavorare di più su arrangiamenti pop e venivano apprezzati in pubblico. Ora passo ore e ore al computer a scrivere brani però non mi sembra sia passato quel tempo che impiego e mi gaso molto».

Com’è ripartito il progetto e cos’è cambiato rispetto a prima?
«Dopo il “lockdown” c’è stato un passaparola continuo, in varie occasioni abbiamo creato cartoline a tema, perché noi ogni evento cerchiamo di organizzarlo non solo a livello musicale. Eleonora si occupa di chiamare gli organizzatori, poi insieme cerchiamo di accontentare tutte le richieste».