Dal reale al virtuale e ritorno. In primavera la Rivista IDEA ha raccontato di come i fotografi del progetto “Me Langa” dell’Ordine dei cavalieri delle Langhe avessero organizzato durante il “lockdown” una mostra fotografica virtuale, come temporanea alternativa a quella reale programmata per metà marzo a Diano d’Alba. Nei giorni scorsi il collettivo ha finalmente potuto aprire le porte della propria esposizione “Parla Pà-Tesori d’alta Langa”, sempre a Diano d’Alba.
Andrea Vero, presidente dell’Ordine dei cavalieri delle Langhe e Roberto Coro, responsabile del progetto fotografico, forniscono qualche informazione sul lavoro dei scorsi mesi e su quanto si può vedere nella mostra appena inaugurata.
La promessa formulata in pieno “lockdown” circa il fatto che le immagini della mostra rimandata, prima o poi, si sarebbero potute vedere è stata mantenuta…
«Sì, senza dubbio. All’inizio di maggio, quando le disposizioni anti Covid sono state ridotte, abbiamo iniziato a riprogrammare l’evento, fissando come data l’inizio di settembre. A tal proposito vorremmo ringraziare, a nome di tutti i membri del progetto, l’amministrazione comunale di Diano d’Alba guidata dal sindaco Ezio Cardinale, che ha continuato a credere in noi e nella nostra iniziativa e che al momento di ripartire ci ha subito rinnovato la disponibilità per organizzare l’evento nei locali del loro bellissimo salone polifunzionale».
Siete soddisfatti dei risultati ottenuti dall’esposizione virtuale realizzata durante il “lockdown”?
«Sì; la mostra virtuale “Parla Pà web edition” è tutt’ora visitabile sulla piattaforma di Artsteps.com. A oggi abbiamo raggiunto 2.100 visite, segno che l’idea è piaciuta ed è stata apprezzata. Siamo contenti del risultato e stiamo già pensando a soluzioni simili per il futuro, magari combinando insieme reale e virtuale».
Guardando alla mostra appena inaugurata, com’è andato il primo weekend di apertura?
«Molto bene! Abbiamo aperto le porte dell’esposizione sabato 5 settembre, registrando nel primo fine settimana un numero totale di oltre 400. In occasione dell’inaugurazione sono intervenute diversi rappresentato delle Istituzioni, sia nazionali, come il senatore Marco Perosino che locali, tra cui diversi Sindaci delle Langhe. La giornata è trascorsa in totale tranquillità e per questo risultato vorremmo ringraziare di cuore tutti i visitatori che sono intervenuti; hanno dimostrato un altissimo senso di responsabilità e di pieno rispetto delle norme anti-Covid».
Restando in tema di misure anti-Covid, come avete pensato di gestire l’evento?
«Abbiamo semplicemente preso esempio dalle grandi mostre che hanno riaperto nelle scorse settimane, replicando tutte le misure che essi stanno applicando. Nel salone è possibile entrare solo dopo la misurazione della temperatura da parte dei nostri addetti e mantenendo indossata la mascherina per tutto il percorso espositivo. Richiediamo inoltre il rispetto di una distanza di sicurezza dagli altri visitatori di almeno un metro. Infine, abbiamo progettato il percorso espositivo con ingresso e uscita diverse».
Cosa si vede nella mostra?
«Questa esposizione rappresenta l’unione tra opere già esposte ad Alba, Bosia e Levice tra il 2018 e il 2019 ed altre totalmente inedite. Avremo quindi novantasei foto in rappresentanza di dodici paesi: Arguello, Benevello, Bosia, Feisoglio, Levice, Mombarcaro, Monesiglio, Niella Belbo, Perletto, Priero, Saliceto e San Benedetto Belbo»
Rispetto allo scorso marzo avete previsto delle novità?
«Ad aprile abbiamo aperto il nostro sito web, https://melanga.it che prevede pagine informative legate al progetto ed ai paesi che hanno finora collaborato, che saranno visualizzabili rapidamente dai visitatori con i loro smartphone, semplicemente inquadrando i codici QR che abbiamo dislocato lungo il percorso espositivo. È un primo passo nell’introduzione di elementi multimediali nelle nostre mostre».
Parlando del progetto, come procede il vostro viaggio di scoperta nell’alta Langa?
«Bene, nonostante la sosta dei mesi scorsi, abbiamo mantenuto alto il nostro entusiasmo. Abbiamo iniziato a lavorare sui nuovi temi che presenteremo nella prossima mostra. Dopo due esperienze a carattere prevalentemente paesaggistico, ci dedicheremo alla componente umana e naturale».