Paolo Renaudi, lo aveva annunciato in Piazza Toselli, alla presentazione della sua lista (con cui andrà alle elezioni del prossimo 20-21, per cercare di ottenere il suo secondo mandato), la sera del 31 agosto: il tentativo di ottenere, con le necessarie autorizzazioni, lo spostamento dei seggi dalle scuole, dove hanno la loro sede abituale.
Da molti, soprattutto genitori, arriva tale richiesta, per non interrompere l’attività didattica a pochi giorni dalla sua «ripartenza», dopo sei mesi di «chiusura» e «lezioni a distanza», per l’emergenza sanitaria da «pandemia». Ad una settimana dall’apertura delle urne, come annunciato, la «Sottocommissione elettorale circondariale di Cuneo» ha comunicato il proprio assenso alla richiesta comunale.
Quindi i seggi finiranno in Casa Ambrosino (Via Bersezio), il numero 1 (con ascensore per le persone con difficoltà deambulatorie), alla sede della Protezione Civile, Via Beinette, il numero 2, nelle palestre gialla ed azzurra dell’Area Sportiva di Regione Miclèt (Strada per San Giovenale) i numeri 4 e 5. Nessuna altra soluzione che la scuola frazionale si è trovata solo per il numero 3, quello della zona di San Lorenzo.
Ci fanno notare che simile iniziativa è partita solo da centottantacinque Comuni su settemilanovecentotre, un 2,34% (bisogna anche individuare spazi ritenuti adeguati, cosa non certo facile ovunque). Alcune Regioni hanno espresso intendimento di rinviare l’inizio della scuola di ancora qualche giorno (Campania, Puglia e Calabria, quest’ultima non interessata neppure dal rinnovo del Consiglio regionale). Vari Istituti, per ragioni organizzative, hanno avuto deroghe.
Del resto dopo sei mesi di chiusura, e non certi, sicuramente, che le scuole resteranno aperte a lungo, dato la situazione attuale di contagi, ricoveri e terapie intensive (in salita), avvicinandosi autunno ed inverno, una settimana in più o meno non par cambiare molto, in effetti (bisognerà vedere i dati della pandemia nelle prossime settimane e mesi). La voglia di avere i bambini a scuola è molto legata (oltre che a loro bisogno di incontrare i coetanei) alle difficoltà di genitori che hanno ricominciato, o lo stanno facendo, la loro attività lavorativa «non a casa».
La «riapertura delle scuole» è diventata di valore quasi «simbolico» della «ripartenza», di importanza anche «simbolica». Importante, almeno, è far, oltre che le lezioni, le elezioni, e gli incontri loro prologo, nelle maggiori condizioni di sicurezza… Anche maggiori di quelle dei vertici della Federcalcio nazionale.
ATos