Funziona l’app che dà accesso all’arte sacra

23 tra chiese e cappelle di Piemonte e Valle d’Aosta accessibili grazie alla Fondazione Crt

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Se vogliamo, è la versione moderna di quel­l’“Apriti sesamo” della fiaba di Alì Babà e i quaranta ladroni” che con una semplice frase faceva spalancare le porte su tesori incredibili; un modo per rendere l’arte davvero accessibile, a disposizione di tutti, in condizioni di totale sicurezza 365 giorni l’anno. Permette di ammirare il passato, ma è il frutto della tecnologia imperante. In altre, parole, con la app “Chiese a porte aperte” si possono visitare testimonianze d’arte sacra sul territorio con estrema facilità e libertà. Una volta scaricata sul proprio cellulare l’app (per dispositivi iOS e Android), è sufficiente registrarsi e prenotare la visita gratuita: giunti sul posto nell’orario selezionato, basta inquadrare un Qr code per aprire la porta della Chiesa e far partire la “voce narrante”, abbinata a un sistema di illuminazione dei dettagli artistici come affreschi e capitelli. Al termine della visita, la porta dell’edificio si chiude automaticamente. In linea con le disposizioni sanitarie di contrasto al Covid-19, l’ingresso nelle cappelle è consentito nel numero massimo di 5 persone per volta. All’ingresso di ogni bene sono collocati dispenser con disinfettante.
Si tratta di una soluzione, unica in Europa, sostenuta da Fon­dazione Cassa di risparmio di Torino e coordinata dalla Consulta regionale per i beni culturali ecclesiastici.
Dopo la sperimentazione avviata con successo nel 2018 sui primi due “beni-test”, la cappella di San Bernardo di Aosta a Piozzo e la cappella di San Sebastiano a Giaveno, il sistema di apertura e narrazione automatizzata è stato esteso ad altre 11 cappelle e chiese piemontesi: la chiesa di San Salvatore a San Damiano Macra; la cappella di San Giulio a Lemie di Lanzo; l’oratorio di San Michele a Serravalle Langhe; la cappella di San Rocco a Mombarcaro; il santuario di Nostra signora del Tavoleto a Som­mariva Perno; la Cappella di San Sisto a Bardonecchia (Melezet); la cappella di Notre Dame de Coi­gnet a Bardo­nec­chia (Les Arnauds); la cappella di Sant’An­drea delle Ramats a Chiomonte; la confraternita di San Francesco a Santa Vittoria d’Alba; la cappella di San Bernardino a Lusernetta; la chiesa di Santa Maria di Missione a Villafranca Pie­monte. Il riscontro è stato esaltante: 5.000 visite in un anno. Motivo per cui da inizio agosto il numero dei beni inseriti nell’elenco sale a 23, con 10 “new entry”: la cappella di Santa Maria di Vespiolla a Baldissero Canavese (Torino); la chiesa di Santo Stefano di Sessano a Chiaverano (Torino); Cappella della Madonna del Boschetto a Frossasco (Torino); Chiesa di San Felice a Cinaglio (Asti); Chiesa di San Lorenzo a Montiglio Monferrato (Asti); la cappella di San Maurizio a Roccaforte Mondovì; la chiesa di Santa Croce a Mondovì Piazza; la confraternita Santo Spirito a Castagnito, la confraternita di San Bernardino a Monteu Roero; e la cappella di San Michele a Marseiller, Verrayes (Aosta).
I beni sono stati selezionati sulla base di specifi­ci cri­teri: l’assenza di beni mobili all’interno e di un portale storico all’ingresso, la presenza di elementi di interesse architettonico o pittorico nella cappella, la vicinanza a siti di rilievo, la collocazione in un sistema più ampio di “wellness” e turismo responsabile (via Francigena, percorsi enogastronomici e turistici), la partecipazione attiva da parte della comunità (con un cofinanziamento di circa il 30%).
«Fondazione Crt rilancia la scommessa e l’investimento nel mix tra arte, cultura, religiosità e tecnologia» ha commentato il presidente della Fon­da­zione Giovan­ni Quaglia.. «Questa app è una preziosa alleata della cultura, uno strumento di valorizzazione del territorio, tanto più importante in questa Fase 3, che vede prevalere un turismo di prossimità e un prudente distanziamento. I visitatori possono tornare finalmente a “respirare bellezza”, entrando in tutta sicurezza in beni spesso poco conosciuti, privi di presidio umano e in zone difficili da raggiungere: luoghi ricchi di arte e storia, capaci di generare inclusione sociale, recuperati, messi in rete e inseriti in percorsi più ampi. grazie al più ampio progetto ‘Città e Cattedrali’ della Fondazione Crt. È questa l’essenza del turismo responsabile sintetizzata da Papa Francesco, un turismo in grado di far incontrare le persone e il territorio, di far crescere nella conoscenza e nel rispetto reciproco. Ed è attraverso l’incontro, la relazione, che si definisce e si rafforza l’identità».