Per il suo esordio alla regia Mauro Mancini ha scelto una tematica tutt’altro che semplice da trattare. Nel suo “Non odiare”, presentato nella Settimana della critica della Mostra del cinema di Venezia, infatti, e ispirato a un fatto di cronaca accaduto in Germania, rimanda all’orrore dell’Olocausto e alle sue ripercussioni indirette sul presente. Il linguaggio cinematografico, nella semplicità con cui si accosta alla massa, permette di avviare un processo di conoscenza dei drammi della storia senza pari. Ed è questo che ha fatto coraggiosamente l’opera prima di Mauro Mancini: raccontare il nostro presente, facendo in modo che ci porgessimo delle domande scomode che rimbalzano sulle nostre strade quotidianamente.
Simone Segre è uno stimato chirurgo di origine ebraica, figlio di un superstite dell’Olocausto, che conduce una vita tranquilla nel Borgo Teresiano di Trieste. Un giorno si trova a soccorrere per strada un uomo, vittima di un incidente stradale, ma, una volta scoperta sul petto di quest’ultimo tatuata una svastica, decide di non prestargli soccorso. L’uomo muore senza che nessun altro assista all’accaduto. Preso dai sensi di colpa, rintraccia la famiglia dell’uomo: Marica, la figlia maggiore; Marcello, adolescente contagiato dal seme dell’odio razziale; il piccolo Paolo. Verrà la notte in cui Marica busserà alla porta di Simone, presentandogli inconsapevolmente il conto da pagare. Un protagonista, interpretato da un oscuro e bravissimo Alessandro Gassmann (cui è andato il Premio Pasinetti, assegnato dal Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani) che porta sulle spalle un film doloroso e folgorante, dove in poche e dosate parole, viene spiegata l’importanza del comandamento più importante. Quel “non odiare” del titolo, infatti, non va confuso con il perdono, né con la remora.
Il sentimento più difficile
“Non odiare” è un esordio che punta in alto, snoda i limiti del perdono e allida ad Alessandro Gassmann uno dei suoi ruoli più intensi, che gli è valso anche un premio alla mostra del cinema di Venezia