Giovanni Panzera, documentarista e viaggiatore cuneese, titolare dello studio di produzioni video-televisive Panzera Communications di Cuneo si è già lasciato alle spalle un pezzo della sua nuova sfida in bicicletta, lunga quasi 3.000 chilometri per attraversare l’Italia da Sud a Nord. Per IDEA il ciclodocumentarista fa un primo resoconto della seconda edizione del suo progetto “Pedalando tra le aquile”.
«Alle ore 8 del 31 agosto parte la lunga traversata degli Appennini. Da Zafferana Etnea ai piedi dell’Etna inizio subito a salire. Il versante che affronto è chiamato “versante Vincenzo Nibali” il più difficile e impegnativo tra le sei salite che portano al vulcano attivo più alto d’Europa. Sono 18 i chilometri che mettono subito a dura prova le mie gambe. Il dislivello è di ben 1.324 metri e la pendenza media è dell’8%. Le prime rampe sono al 10% e mi fanno capire quanto sarà dura questa traversata. Fa molto caldo, la temperatura, sui 35 gradi, rende ancora più impegnativa l’ascesa».
«Lassù in alto l’Etna sfuffa emettendo alte colonne di fumo», prosegue Panzera, «come se volesse darmi il benvenuto in questa terra straordinaria. Il paesaggio in mezzo alla lava è unico, mi sembra di pedalare su un altro pianeta. Giunto al Rifugio Sapienza dove termina la strada, comodamente prendo la funivia che mi conduce a 2.500 metri in mezzo a colate laviche di diverse epoche, è qualcosa di veramente unico. Trascorsa la notte al Rifugio del Club alpino italiano riprendo la marcia dapprima con la lunga discesa e poi con numerose salite (anche impegnative) nel cuore del Parco dell’Etna, con il vulcano che continua a osservarmi. Dopo il tratto appenninico in Sicilia tra i monti Nebrodi e Loricani la traversata è continuata con l’ingresso nell’Aspromonte, una catena montuosa selvaggia, dove è normale incontrare animali allo stato brado (pecore, capre e tori) che pascolano lungo le strade percorse da poca gente. Una natura incontaminata punteggiata da paesi arroccati dove ho incontrato gente autentica, disponibile e gentile che mai mi ha fatto mancare un complimento e una parola di incoraggiamento per il progetto che sto realizzando. Alcuni paesi come Santa Cristina d’Aspromonte, Melia, Rumia sono degli autentici scrigni incastonati nella montagna. Sulla dorsale che divide i due versanti della Calabria sono entrato nell’altopiano della Sila dove ho contemplato uno degli spettacoli più particolari non solo del sud Italia ma dell’intero Paese: i “Giganti della Sila”, alberi secolari di pino laricio che contano oltre 380 anni di età e hanno un’altezza che supera i 40 metri e un diametro alla base di circa 150 centimetri».
«A volte incontro, lungo la strada dei piccoli banchetti dove gli abitanti del posto vendono i loro prodotti agricoli (pomodori, fagioli, pesche, angurie ecc.) che sono di ottimo sapore, visto che la mia alimentazione si basa su cibi naturali», prosegue il cuneese, per poi aggiungere: «Come sospettavo, le salite in questa prima parte sono lunghe e impegnative (20-30 chilometri con pendenze che vanno dal 6 all’8% e alcune persino al 20%!). A rendere ancora più difficoltose le ascese, il caldo e una alta umidità che mi portano a bere in media 7/8 litri di acqua e integratori salini».
«Altra tappa è stata quella nel Parco nazionale del Pollino, che con gli oltre 192.000 ettari è il più vasto d’Italia. Il prosieguo del percorso mi ha permesso di attraversare l’ennesima “perla” all’interno di questo percorso con lo spettacolo delle Dolomiti lucane, il rilievo montuoso che nel cuore della Basilicata caratterizza il paesaggio con spettacolari guglie e due caratteristici paesi: Castelmezzano e Pietrapertosa incastonati nella roccia. “Pedalando tra le aquile sugli Appennini” mi sta facendo scoprire un angolo d’Italia poco conosciuto ma di grande interesse sia dal punto di vista naturalistico che umano. Qui si riscoprono gli antichi sapori e la semplicità di un mondo oramai lontano, confermando ancora una volta la bontà della scelta e del progetto di conoscere e far conoscere le montagne del nostro Paese. Dopo circa 1.000 chilometri e tante salite percorsi, il fisico regge bene, il morale è altissimo e l’avventura continua».
E IDEA sarà ben lieta di raccontarla, attraverso la testimonianza diretta del suo protagonista…
«In bici sto vedendo un’Italia segreta»
Le tappe del cuneese Giovanni Panzera: «L’Etna selvaggio, una Sila mai vista e le splendide Dolomiti lucane: uno spettacolo inaspettato»