Gabriele Berteina, nato per la prima volta il 18 ottobre 1997, lavora presso l’azienda Unifarma da due anni. Molto appassionato di sport in tutte le sue sfaccettature, ama in particolar modo il basket, attività che lo ha portato a essere giocatore e allenatore presso l’Amatori Basket Savigliano. La sua “seconda nascita” è avvenuta presso l’ospedale di Torino dove pochi mesi fa il suo cuore ha cominciato a battere in un modo nuovo, grazie al trapianto resosi necessario in seguito alla diagnosi di cardiomiopatia dilatativa da distrofia muscolare di Becker, ricevuta in seguito a una visita medica sportiva. Affrontare le conseguenze di una diagnosi di quel tipo a soli 18 anni non è stato semplice per Gabriele, ma l’educazione che ha ricevuto lo ha indotto a non arrendersi. Così una sera, inaspettatamente, è arrivata la telefonata dell’ospedale, e la sua vita ha ripreso un corso normale, scandito dal battito di un nuovo cuore. A qualche mese dalla seconda nascita il saviglianese vuole portare avanti un messaggio di sensibilizzazione delle persone nei confronti della donazione, perché: «Ci sono ancora troppe persone in giro che hanno bisogno di nascere una seconda volta», sostiene Gabriele, «così come ho fatto io. Ma, purtroppo, ci sono anche molte persone ancora scettiche sulla donazione di organi o tessuti. Io sono stato favorevole da sempre alla donazione; ora ovviamente ancora di più. Ti dà la possibilità di fare un ultimo gesto di generosità, e la trovo una cosa bellissima. C’è gente fortunata come me che è rimasta in lista d’attesa poco, ma ci sono persone che aspettano un organo per anni e hanno bisogno di un donatore».