Gli appassionati lo definiscono come il gioco più bello al mondo dopo il calcio. Per gli agnostici, invece, è una grossa perdita di tempo, che, a volte (e non sono poche), fa perdere pure il buonumore. Al centro del dibattito c’è il fantacalcio, passatempo, come
sug­gerisce il nome, di fantasia che simula il campionato di calcio nella scelta dei calciatori e nei criteri di gestione basandosi sull’andamento delle partite reali. In soldoni, la prima cosa da fare è trovare un gruppo di amici con cui giocare oppure iscriversi a uno dei tanti campionati attivi sul web. Poi occorre studiare: sì, avete capito bene, studiare. Non c’è giocatore di fantacalcio che non abbia passato in rassegna almeno una volta tutti i nomi dei calciatori presenti in Serie A. Questo perché ogni singolo partecipante è chiamato, durante la pausa estiva, a costruire la propria squadra, utilizzando dei “fantacrediti”, ossia delle monete virtuali, simili alle banconote del Monopoli.
Co­mposta la rosa, ecco, con l’inizio del campionato “reale” di Serie A, il momento di giocare nel vero senso della parola. In cosa consiste il gioco? Prima di ogni giornata del campionato nazionale, ciascun giocatore deve schierare (attraverso “app”mobili o pc) la pro­pria formazione, attingendo dai giocatori presenti nella rosa costruita du­rante l’estate. In base a come avran­­no giocato nel­­la realtà, i calciato­ri schierati “in campo” riceveranno un voto che sarà incrementato o diminuito da “bo­nus” e “ma­lus” le­gati ai gol fatti o subiti (nel caso dei portieri), di cartellini gialli (o ros­si) ricevuti, di rigori segnati o sbagliati, e così via.
La som­ma dei voti ottenuti dai singoli calciatori determinerà il punteggio di ciascuna squadra. Vincerà, ov­­­viamente, chi riuscirà a totalizzare più pun­ti. L’adattamento italiano lo si deve, negli anni ’90, al giornalista Ric­cardo Albini, che prese spunto da un passatempo giocato negli Stati Uniti e basato sul baseball. In Italia è ormai un fenomeno di massa: si stima che a giocarlo siano ben 6 milioni di persone, due milioni in più di quelli che praticano calcio in modo più o meno amatoriale.
Anche tra le colline Unesco del Piemonte la passione è forte. In particolare, sta incontrando un grande interesse il campionato ribattezzato “FantaLanghe”, a cui partecipano una novantina di fanta-allenatori, provenienti dalle Langhe, ovviamente, ma anche dal Roero, dal Monfer­rato, dalla Valle Bormida e anche dalla vicina Liguria. La cosa curiosa è che mette d’accordo tutti: tra gli iscritti figurano infatti noti esponenti politici locali sia di centro-destra che di centro-sinistra, oltre a rappresentanti di aziende, istituti ed enti di riferimento del territorio. Lo scorso anno, il gruppo si è messo in evidenza per aver destinato il montepremi all’Asl Cn2 per l’emergenza Covid-19. Que­st’anno, la novità riguarda l’iscri­zione di un ex campione della Serie A (reale), Arturo Di Napoli, che abbiamo intervistato.