Guarene: inaugurano due mostre a Palazzo Re Rebaudengo

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La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, il 3 ottobre a Palazzo Re Rebaudengo (sede storica della Fondazione a Guarene, dalle 14 alle 18.30, inaugura due mostre: “Waves Between Us”, che conclude la 14esima edizione del Young Curators Residency Programme, e la personale di Tarek Lakhrissi, “This Doesn’t Belong to me”.
Qui di seguito una breve descrizione ed alcune immagini. In allegato i due comunicati stampa.

Waves Between Us (fino al 15 novembre), a cura di Alison Karasyk, Camille Regli, Katie Simpson. Artisti: ALMARE, Bea Bonafini, Benni Bosetto, Binta Diaw, Femminote, Marco Giordano, Raffaela Naldi Rossano, Nuvola Ravera, Real Madrid, Elisa Strinna.

Mostra conclusiva della 14esima edizione del Young Curators Residency Programme coordinato da Lucrezia Calabrò Visconti.

La quattordicesima edizione del Young Curators Residency Programme si è svolta mentre l’epidemia di COVID-19 iniziava ad attanagliare l’Italia settentrionale. Il suono d’allarme di questo periodo – sia letteralmente che metaforicamente – è diventato un punto di partenza per la mostra, che prende spunto dalla doppia interpretazione del termine italiano sirena. Conosciuta sia come la figura femminile mitologica del mare, sia come il suono dell’emergenza, la sirena risveglia i nostri sensi e ci orienta, e al contempo amplifica l’urgenza di farci fermare per restare in ascolto.

Tarek Lakhrissi. This Doesn’t Belong to Me (fino al 15 novembre), a cura di Bernardo Follini.
In occasione dell’ottavo anno di collaborazione con ENSBA Lyon – École Nationale Supérieure des Beaux-Arts, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ospita la prima mostra personale in Italia di Tarek Lakhrissi, artista partecipante al Post-Diplome 2020 promosso dall’ENSBA.

“This Doesn’t Belong to Me” presenta un ciclo di nuove produzioni concepite dall’artista appositamente per gli spazi di Palazzo Re Rebaudengo. La mostra esplora il concetto di autodifesa, intesa come prassi di resistenza che differenti gruppi sociali e corpi subalterni hanno sviluppato per sopravvivere. L’immagine chiave del ciclo di opere è la salamandra: fin dai bestiari medievali si narra che questo anfibio sia dotato di veleno e possa sopravvivere tra le fiamme del fuoco.

In mostra la salamandra diventa il simbolo di un contropotere politico, ma anche sessuale che, nell’esercizio dell’autodifesa, riscrive i codici dello scontro e dell’incontro. L’autotomia – l’auto-amputazione di parti non vitali del corpo, praticata da alcuni animali come diversivo contro i loro predatori – diventa la tattica difensiva individuata da Lakhrissi per immaginare nuove strategie di guerriglia urbana.

c.s.