Punta al raddoppio, nella provincia di Cuneo, il progetto “5.000 in sicurezza”: iniziativa congiunta dei Rotary Clubs di Canale-Roero, Alba, Bra e Savigliano, condivisa con il Provveditorato agli Studi della “Granda”, e che per ora ha già permesso di donare decine e decine di termoscanner a -per ora- 142 plessi distribuiti nel territorio cuneese.
6.602, per ora, i ragazzi coinvolti delle scuole medie: quindi, già oltre la prima quota fissata originariamente (5mila, appunto), e molto nuova a quel nuovo numero di 10mila ragazzi che potranno accedere alle lezioni scolastiche con la certezza di avere la propria temperatura corporea sotto controllo. E, in definitiva, dando una fortissima mano al sistema di pratiche anti-Covid che il mondo dell’educazione deve affrontare in questa delicatissima fase di ripartenza.
Ne avevamo parlato poche settimane fa: raccontando della conferenza tenuta a Cuneo insieme al Provveditore Maria Teresa Furci, e della consegna dei primi dispositivi di rilevazione, in tempo con la riapertura delle aule. Ora torniamo sull’argomento, in occasione della serata conviviale tenuta lunedì scorso al ristorante Miralanghe di Guarene, “casa” del Rotary Club roerino presieduto dal dott. Carlo Borsalino, direttore di Rivista IDEA: nel corso della quale, al centro dell’attenzione, c’è stata proprio la professoressa Furci nelle veste di ospite d’onore, insieme ai leaders dei Rotary Club di Savigliano (Giovanni Battista Testa), Alba (Enrico Strada) e Bra, il cui presidente in carica Alberto Bielli ha delegato alla partecipazione il proprio segretario Federico Dellarossa, altresì delegato distrettuale rotaryano.
L’occasione è stata buona per fare il punto della situazione sul rapporto tra l’intero sistema dei Rotary Club e la scuola: una sorta di fratellanza che non nasce solo ora, sotto il cupo segno dell’emergenza sanitaria, ma che piuttosto si è evoluta in modo più che virtuoso dopo un cammino in cui i punti di contatto, negli anni, sono stati frequenti e sempre con il segno “più” addosso.
Così si è espresso Carlo Borsalino: «Crediamo con viva forza in questo progetto, e nella bontà del sistema didattico: abbiamo concretizzato la prima parte di questa iniziativa, e a breve ci ritroveremo con il Provveditore per valutarne l’andamento e dialogare sulla sua evoluzione. E’ un progetto che continua».
Gli ha fatto eco lo stesso Federico Dellarossa: «Quando riusciamo ed essere protagonisti del territorio e ad ottenere risultati come quello legato a questo nuovo piano, per il bene dei ragazzi e delle nostre famiglie, ne siamo orgogliosi. Non è un fatto autoreferenziale: vuol dire che facciamo davvero qualcosa di concreto per la nostra società».
Enrico Strada ha sottolineato la valenza nella sinergia attuata tra i differenti Club coinvolti: mentre Giovanni Battista Testa ha posto l’accento sulla collaborazione instaurata con lo stesso Provveditore, che ha subito accolto la proposta di questa “cordata” la quale aveva trovato preliminarmente anche l’impulso e l’approvazione da parte del Distretto 2032 e del suo Governatore in carica Giuseppe Musso.
La Furci, nel suo intervento, è arrivata a parlare del progetto “5.000 in sicurezza” al culmine di una sorta di excursus accorato sul “come è cambiata la scuola” in questi mesi. «Ricordo ancora quella domenica di fine febbraio in cui è iniziato tutto, e di quella chiusura che inizialmente pareva breve, protratta poi più e più volte. Mai, prima di allora, si era dovuta affrontare un’emergenza di questa portata: e ci si è dovuti armare di nuovi strumenti, per gestire la nuova situazione, facendo affidamento anche sul sistema-famiglia nella fase educativa».
L’espressione “Didattica a distanza”, prima d’ora quasi sconosciuta alle masse, è divenuta di dominio comune: «E’ stato un bivio importante: da lì è venuta fuori l’attività condotta nel tempo da alcune scuole già “smart” presenti nel Cuneese, mentre altri istituti più tradizionali -talvolta anche prestigiosi e di ottima fama- hanno dovuto correre per colmare il gap tecnologico, investendo in fretta sulla formazione del corpo docente».
Un fatto obiettivo: «La scuola è stata la prima a chiudere e l’ultima a riaprire: con in mezzo l’importante banco di prova legato agli esami di Stato, che il Ministero dell’Istruzione ha fortemente voluto che si svolgessero in presenza. Tutto questo periodo è stato utile per capire debolezze, ma anche punti di forza, dell’intero sistema educativo».
Con un approccio molto attivo, nel segno di misure ragionate come il distanziamento fisico («ma mai sociale -ha sottolineato la Furci- perché la socialità è invece un elemento che deve essere continuamente sviluppato), l’igienizzazione delle mani, la pulizia e la sanificazione degli ambienti». E il controllo della temperatura, appunto.
Come si è attuato, questo nuovo modo di concepire la cura di scuole, aule, alunni? «In estate, le forze istituzionali si sono messe insieme per capire “cosa fare” per ripartire: tutto ciò ha dimostrato come la scuola non sia fatta solo di muri, dirigenti, insegnanti. La scuola è “comunità”, parte viva di essa: il mondo Rotary, come tutti coloro che hanno deciso di investire nei nostri ragazzi, lo ha capito bene, con il progetto “5.000 in sicurezza” e con tutti gli altri interventi che si attueranno ancora per gestire la ripartenza».
Il Provveditore, ai nostri microfoni, ha raccontato un po’ di più anche su un altro aspetto fondamentale del riavvio delle lezioni: ossia, la gestione delle graduatorie provinciali e delle nomine delle supplenze. Una sfida che ha coinvolto oltre 16mila candidati docenti, trovando la quadratura del cerchio in un’altra applicazione del binomio “tecnologia&sicurezza”.
«Siamo passati dalle nomine “fisiche” degli anni scorsi ad un nuovo sistema gestito interamente online: alla luce degli assembramenti registrati ad esempio lo scorso anno, sarebbero stati troppi i rischi per i nostri funzionari, per gli aspiranti docenti, e anche per le loro famiglie e gli stessi alunni, in caso di positività tra tutti gli intervenuti alle sessioni».
In poco, pochissimo tempo il Provveditorato ha dovuto concepire un nuovo metodo: «Il quale, per ragioni di trasparenza ed efficacia, doveva garantire ordine e potenza tale da poter gestire gli accessi di migliaia e migliaia di persone aventi titolo. Un’esperienza mandata infine in porto: uno scatto evolutivo che riflette una visione sempre più tecnologica della scuola. Ha richiesto impegno per l’intero nostro staff, e ha trovato buone risposte negli stessi candidati, oltre che dell’Itis “Vallauri” di Fossano che ha messo a disposizione i propri server e il proprio engine: anche qui, il bisogno di sicurezza ha trovato risposte positive grazie alla collaborazione di tutti».
Paolo Destefanis
Marialuisa Tomasi
Fotoservizio Paolo Destefanis – Marialuisa Tomasi