Egregio direttore,
Ancora una volta la pioggia ha inferto delle ferite terribili al territorio della Provincia di Cuneo e di riflesso ad una fetta del Piemonte.mVentisei anni fa lavoravo per la Coldiretti e ho potuto seguire sul territorio l’alluvione del ’94, la differenza tra ieri e oggi è che all’epoca ha piovuto per due giorni e mezzo mentre oggi si è concentrata in poche ore di una notte. Ma il luogo comune di ieri, come oggi, sono l’eccesso di materiale lapideo trasportato dai corsi d’acqua, quella quantità infinita di arbusti, rami e alberi che si trova ammassata contro le piglie e contro le ringhiere dei ponti.
Danni alle abitazioni, alla viabilità, alle aziende , alle coltivazioni e a Limone abbiamo perso alcuni impianti sciistici di una località fiore del turismo e il collegamento con la Francia, quello attraverso il Colle di Tenda e la Valle Roya è perso per anni. Perderemo i turisti e gli scambi commerciali che arrivavano da Nizza, Monte Carlo, Costa Azzurra e dalla Riviera di Ponente e abbiamo perso una parte della nostra stazione sciistica più rinomata.
Ho sentito i colleghi francesi che hanno immediatamente stanziato 10 milioni di euro e mi hanno garantito che riapriranno la ferrovia entro massimo due mesi.
Ma la seconda risposta che dobbiamo dare è quella che dobbiamo impedire che questi disastri si verifichino ancora, dobbiamo avere anche la capacità di legiferare, perché non può capitare che ogni biennio andiamo sott’acqua, e quindi dobbiamo avere il coraggio di affrontare la problematica che dicevo in apertura, quella riferita al disalveo, alla pulizia dei fiumi, agli alberi e alle isole fluviali che creano dighe contro i ponti, altrimenti in queste condizioni noi con ogni pioggia intensa subiremo dei danni. Ed ogni volta ci sarà il dolore, la disperazione perdite e spese enormi.
Anticipo che ieri nel tavolo di lavoro a Limone Piemonte, insieme al presidente Cirio, abbiamo deciso di prevedere un vaucher neve per le località sciistiche colpite dalla calamità analogo a quello che ha salvato il turismo di questa estate.
E chiudo con un vecchio detto: prevenire è meglio che curare.
Paolo Bongioanni