Continuano da giorni le ricognizioni dei tecnici e dei funzionari di Coldiretti Cuneo nelle aziende agricole cuneesi colpite dall’alluvione degli scorsi 2 e 3 ottobre. Un vero e proprio ciclone con pioggia torrenziale e venti burrascosi che, in meno di 24 ore, ha fatto esondare fiumi e torrenti, sommerso vie cittadine, sbriciolato strade e ponti, travolto edifici, causato frane e smottamenti.
Pur riguardando un’area geograficamente più limitata rispetto ad eventi alluvionali del passato, i danni sono ingenti nelle alte Valli Tanaro, Vermenagna e Gesso, dell’ordine di decine di milioni di euro. Riguardano principalmente la viabilità e i centri urbani, ma non hanno risparmiato neppure le aziende agricole.
In alta Val Tanaro, oltre all’inondazione del centro di Garessio, all’isolamento di frazioni e alla distruzione di ponti e vie di accesso, Coldiretti registra il crollo di stalle, l’inondazione di magazzini e locali di ricovero, con la conseguente perdita di attrezzatture e di rifornimenti alimentari per gli animali. Le forti raffiche di vento hanno scoperchiato capannoni e case, mentre campi e prati allagati dalla piena del Tanaro sono diventati distese di fango, detriti, tronchi e rami. Meno diffusi i danni più a valle, ma a Narzole l’esondazione del Tanaro ha causato danni al 100% della produzione in un vivaio specializzato nella coltivazione e vendita di piante di nocciolo e vite.
In alta Valle Vermenagna, dove è stata devastata la località di Limone Piemonte ed è venuto meno il collegamento viario con la Francia che avrà pesanti ripercussioni per la Granda, Coldiretti rileva l’erosione dei terreni in diversi punti lungo gli argini del fiume e danni ai terreni pascolivi di alta montagna.
È corsa contro il tempo per riportare a valle gli animali rimasti in Alpe; alcuni margari, grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco e della Protezione civile, sono rientrati ma c’è chi è ancora bloccato. Si segnalano anche alcuni capi bovini e ovini dispersi, per i quali le ricerche stanno procedendo con difficoltà perché l’acqua e il fango hanno reso impraticabili i sentieri e inaccessibili alcune aree. Danneggiate o disperse le arnie di diversi apicoltori.
Situazione analoga in alta Valle Gesso, dove sono stati colpiti soprattutto i pascoli di Valdieri ed Entracque e mancano all’appello i capi di alcune mandrie e greggi, mentre si cercano percorsi alternativi per la discesa a valle degli animali rimasti in alpeggio. La preoccupazione sale anche in vista delle prossime annate perché interi versanti sono franati e la viabilità è sparita in molti punti.
Infine, molte delle opere irrigue risultano deteriorate lungo il corso del Vermenagna e del Gesso.
“La perturbazione che ha colpito il nostro territorio ha scaricato in poche ore fino a 580 mm di pioggia: ciò significa che su ogni metro quadro di superficie sono caduti 580 litri d’acqua, un dato impressionante che spiega meglio di ogni altro le devastazioni di quest’alluvione. Per questo è assolutamente necessario – commenta il Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo Roberto Moncalvo – il riconoscimento dello stato di emergenza che la Regione ha già inoltrato. Eventi di questa portata dimostrano l’urgenza di un’attività di prevenzione, come da sempre sosteniamo, a tutela di territori che vivono già soltanto grazie al presidio dei nostri imprenditori agricoli”.
“È fondamentale la gestione delle acque e degli alvei dei fiumi – spiega Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – per evitare di agire sempre e solo in emergenza, con una rapida programmazione di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del tessuto idrografico cuneese. È, inoltre, necessario poter dare copertura assicurativa attraverso strumenti accessibili ed allargando la possibilità di assicurare, senza costi elevati, tutte le produzioni”.