Come da mesi ormai sentiamo ripetere in tv, o come purtroppo abbiamo magari già avuto modo di vivere sulla nostra pelle, in Italia e in altri Paesi del mondo, l’attuale pandemia di Covid 19 sta complicando fortemente la gestione di molti percorsi di cura conducendo, a volte, a veritiere situazioni di emergenza. Come segnalato dalle Società Scientifiche, oltre che per patologie invalidanti come infarti, ictus o ischemie agli arti inferiori, ciò vale anche per malattie apparentemente meno invalidanti ma capaci di incidere pesantemente sulla qualità di vita delle persone.
Un tema di importanza sociale, e con volumi epidemiologici importanti, che sta “soffrendo” a causa di questa recente situazione sanitaria è quello dell’insufficienza venosa, specie se associata a un’altra specifica malattia, che colpisce soprattutto le donne, come le vene varicose del sistema Safenico agli arti inferiori. Abbiamo voluto approfondire questo argomento insieme al dott. Novali Claudio, già Direttore per 24 anni del Reparto di Chirurgia Vascolare dell’Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo e oggi a capo del servizio di chirurgia vascolare di uno dei principali centri medici della nostra provincia.
Dott. Novali, possiamo parlare di innovazione ai pazienti del cuneese?
«Certamente! Insieme ad alcuni colleghi vascolari, che come me effettuano la libera professione presso il Centro ABAX, ho messo a punto un programma innovativo di chirurgia ambulatoriale complessa per il trattamento delle principali patologie vascolari. La novità non sta tanto nell’uso delle tecnologie più moderne e innovative quanto nelle modalità di gestione del percorso medico del paziente e della sua presa in carico. Al Centro ABAX possiamo infatti preparare, gestire, trattare e dimettere il paziente in poche ore, in linea con gli standard qualitativi dei Centri Europei più avanzati».
Che tipo di chirurgia siete in grado di effettuare esattamente?
«Grazie alla presenza di una sala operatoria completamente attrezzata e certificata, e di un’equipe di infermieri altamente qualificati, presso il centro siamo in grado di dare una risposta a tutti coloro che necessitano di un intervento di safenectomia - in quanto affetti da vene varicose del sistema safenico – utilizzando le più moderne tecniche di trattamento termoablativo con radiofrequenza, o con le attrattive colle (cianoacrilato). In tal modo possiamo eseguire un intervento chirurgico in meno di un’ora, in totale sicurezza dal punto di vista sanitario e nell’assoluto rispetto delle norme anti-Covid».
In che modo riuscite a garantire la sicurezza dell’intervento?
«Un monitoraggio rigoroso e sofisticato di tutto l’intervento chirurgico è innanzitutto garantito dalla presenza di un medico Anestesista che, in perfetta sintonia con il chirurgo, gestisce le delicate fasi della procedura. L’intervento viene realizzato in anestesia locale con sedazione e assoluto controllo del dolore, sia nella fase intraoperatoria che in quella post-operatoria. La struttura dispone inoltre di strumenti come l’Eco-doppler di ultima generazione, e altri apparecchi per il trattamento specifico di queste patologie, che ci permettono di offrire al paziente la tranquillità di un continuo supporto tecnologico intra operatorio».
Come viene gestito il decorso post-operatorio?
«In realtà la fase post operatoria è molto semplice. A titolo esemplificativo, ci tengo a raccontare la tempistica dei due ultimi pazienti trattati la scorsa settimana. Due uomini in piena attività produttiva, e in buone condizioni di salute, sono arrivati al Centro alle 10.30, sono stati operati e adeguatamente assistiti. Alle ore 14.00 dello stesso giorno sono stati “dimessi” e sono potuti rientrare a casa “con le proprie gambe”. Il rientro al domicilio si è avvalso dell’uso di una semplice calza contenitiva che, nell’arco di non più di 24/36 ore, ha consentito loro di tornare alle normali abitudini sociali».
C’è un limite di età per sottoporsi a questi interventi?
«Dunque, vorrei sfatare un mito che aleggia tra le persone dicendo che, viste le modalità attuative di questa procedura, non esiste un’età limite per poter affrontare questi interventi. Se pensiamo alle complicanze a cui le vene varicose, quando sottovalutate o non correttamente trattate, possono condurre – ulcere, trombosi, flebiti – è doveroso ed etico consigliare un trattamento mini invasivo ambulatoriale come quello da noi messo a punto. Credo fortemente che l’attività che da qualche mese a questa parte abbiamo messo in atto presso il Centro Abax rappresenti un’alternativa moderna e sicura per la gestione e il trattamento delle vene varicose con modalità e tempistiche che consentono di rassicurare il paziente e di offrirgli garanzie concrete».