Alluvione: la parola che nessuno, in provincia di Cuneo, avrebbe voluto pronunciare è purtroppo tornata d’attualità. Colpa della violenta ondata di maltempo che ha investito la Granda e, in generale, tutto il Nord Ovest a partire dalla serata di venerdì 2 ottobre, causando la morte di due persone, oltre a ingenti danni. Come riferisce l’Arpa, tra il 2 e il 3 ottobre diverse stazioni meteorologiche del Piemonte hanno fatto registrare quantitativi di pioggia pari a oltre il 50% della precipitazione media annuale. Ciò ha generato sui corsi d’acqua del reticolo principale e secondario della regione onde di piena che, nei bacini del Toce e del Sesia, hanno superato i livelli di riferimento storici della piena dell’ottobre 2000 e sull’Alto Tanaro quelli del novembre 2016. In generale, gli incrementi di livello sono stati repentini e, anche nelle sezioni di chiusura di bacini estesi, il colmo si è raggiunto in 12 ore. Agli idrometri di Ponte di Nava e Garessio sono stati superati i valori storici del 2016, rispettivamente 5,32 metri e 5,93 metri contro 4,67 metri e 5,19 metri del 2016. Anche il reticolo secondario ha fatto registrare valori di livello eccezionali, in particolare il torrente Corsaglia e il Vermenagna. Proprio in Valle Vermenagna, strade e ponti sono stati sommersi da acqua e fango. Il comune che in assoluto ha subito le conseguenze più gravi è quello di Limone Piemonte, dove la furia dei torrenti ingrossati, oltre a lasciare isolate intere frazioni, si è portata via un’abitazione in costruzione. Gravi danni anche a Garessio e Ceva, dove è esondato il Tanaro, la cui ondata ha raggiunto anche la sede del Centro di formazione professionale. Il fiume, a Ormea, ha superato i valori fatti registrare nel corso dell’alluvione ’94 e del 2016. Da segnalare, poi, il crollo del ponte romano di Bagnasco. Scenario apocalittico in Val Roya, al confine tra Italia e Francia: la piena del fiume che dà il nome alla vallata ha infatti causato il crollo della statale 20 del Col di Tenda. Tanta paura ma nessun danno ad Alba, dove la Ferrero, in via precauzionale, ha chiuso le paratie a difesa dello stabilimento. Immediato l’intervento dei vari gruppi di Protezione civile e di tante associazioni di volontariato. Grande vicinanza da parte delle istituzioni, specie dalla Regione Piemonte, con in prima linea il presidente Alberto Cirio, e dalla Provincia di Cuneo, con il presidente Federico Borgna. Al presidente della Repubblica Sergio Mattarella che lo ha contattato telefonicamente, il governatore piemontese ha evidenziato la gravità della situazione, resa catastrofica per via della quantità di pioggia da record caduta in pochissimo tempo, richiedendo lo stanziamento di risorse ingenti. Martedì 6, il presidente Cirio ha consegnato al ministro degli interni Luciana Lamorgese (nella foto di pag.25) una prima rendicontazione dei danni e l’elenco degli interventi urgenti per la messa in sicurezza del territorio. I dati non sono ancora definitivi, ma sommando i danni alle opere pubbliche a quelli subiti da privati, famiglie e aziende la cifra si aggirerebbe intorno a un miliardo di euro. «Ringrazio il Ministro per l’attenzione. Il Piemonte ha sempre pagato tanto e ricevuto poco. Ma ora è necessario che il Governo faccia la sua parte», ha commentato Cirio a margine dell’incontro.
Troppa pioggia in poco tempo ed è alluvione
Tra il 2 e il 3 ottobre precipitazioni record hanno devastato alcune aree della Granda