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Un linguaggio che non necessita di traduzione

Il nuovo lavoro discografico di Simona Colonna. “Curima, curima” conferma la capacità della roerina di far viaggiare le emozioni attraverso la voce e il violoncello

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I piedi rigorosamente scalzi, la voce calda che è un tutt’uno con una vitalità contagiosa e il don Chi­sciotte a forma di violoncello come inseparabile compagno. Sono dettagli in ordine sparso che portano però, inequivocabilmente a un nome: quello di Simona Colonna, artista di fama internazionale nel panorama della world music, maestra nel riempire i suoni di sfumature folk raccontando i personaggi e i panorami del suo Roero.

Ne ha dato conferma anche nel suo ultimo album, “Curima curima”, per la cui produzione artistica si è avvalsa di Stefano Melone, live electronics, musicista ed ingegnere del suono, artefice della poetica sonora di alcuni dei capisaldi del cantautorato nazionale, da Ivano Fossati a Fa­brizio e Cristiano De Andrè, solo per citarne alcuni. Il nuovo lavoro discografico, edito da Sonirik e disponibile su tutte le piattaforme digitali, presenta brani sia italiano che in piemontese. In entrambi i casi, c’è il violoncello a fungere da contrafforte, per sostenere il peso delle emozioni e contribuire a farle arrivare al pubblico.

Uscito il 24 settembre, l’album è stato presentato il primo ottobre ad Alba, in un concerto per voce, anima e violoncello. «Quella al Sociale di Alba», preci­sa a riguardo Simona Colonna, originaria di Baldissero d’Alba, «è stata la “data uno” di presentazione dell’uscita del disco. A settembre c’è stata la “data ze­ro”, a Sommariva Perno. In estate, invece, mi sono esibita in giro per l’Italia: Puglia, Abruzzo, Emilia Romagna, oltre, naturalmente, al Piemonte».

Simona, l’impressione ascoltando il suo nuovo album è che questa volta oltre a portare l’ascoltatore nel suo mondo fatto di masche e folletti, abbia deciso di venir a far visita al mondo dell’ascoltatore, fatto di corse continue spesso senza senso, di pioggia, di cene pantagrueliche con i piatti della sua terra. È una sensazione che corrisponde alle sue intenzioni?
«A dir la verità non avevo tanto pensato a questa chiave di lettura. Io continuo a scrivere storie di pezzi del nostro territorio, con il suo cibo e i suoi riti. Rac­conto le mie sensazioni attraverso quella che considero una forma di condivisione sonora».

Certe sensazioni che descrive, però, sembrano universali. “Cu­rima, curima”, canzone che dà il titolo all’album, è una riflessione sul tempo che inchioda un po’ tutti…

«È un inno all’andar lento, a rallentare. È un suggerimento che rivolgo a tutto il mondo, me com­presa. Rilassiamoci un po’ e pensiamo che non siamo noi a decidere tutto quanto; viviamo ogni momento il più intensamente possibile, cercando di condividere le cose belle e quelle meno».

Da piemontese trovo che il dialetto sia un valore aggiunto, ma come reagisce il pubblico fuori dai confini regionali?

«Capisce, si diverte, condivide, perché ovunque vada a cantare, sia in Italia che al­l’estero raccolto il significato delle parole che canto, così si capisce il senso di quello che dico e si entra nello spirito go­liardico, nel caso di brani come “Drin drin” o “Tiri­te­ra dla mia tera” oppure più penso­so come con “Curima curima”. Al di fuori dei confini regionali non cam­bia nulla, co­me pure è lo stesso al di fuori dell’Italia. La mu­­sica è un linguaggio universale: sono i suo­ni che comunicano le emozioni. Quello che vuoi trasmettere arriva comunque se lo comunichi attraverso le emozioni».

Il suo album era già pronto prima del “lockdown”. Se la com­posizione iniziasse oggi, il risultato sarebbe diverso?

«Abbiamo finito di registrarlo a dicembre. Per la composizione di alcune delle canzoni ero partita addirittura un anno prima. Se mi dedicassi alla composizione delle canzoni oggi il risultato sarebbe certamente diverso, ma non per il “lockdown”. Tutto è in movimento: adesso non sono la stessa persona di un’ora fa. Andiamo avanti. Tutti, sempre».

Chi non avesse avuto modo di ascoltarla al Sociale di Alba, avrà altre occasioni a breve?
«Non posso ancora svelare i dettagli, ma in ottobre è previsto un concerto, in merito al quale a breve darò maggiori informazioni. Intanto colgo l’occasione per invitare i lettori di IDEA!»