Recentemente il Governo guidato da Giuseppe Conte ha prorogato lo stato di emergenza sino al prossimo 31 gennaio, al fine di fronteggiare le ripercussioni sanitarie legate alla diffusione del Covid-19, dopo una risoluzione parlamentare che, riscontrata la mancanza del numero legale il 6 ottobre, ha raggiunto l’approvazione da parte del Parlamento nella seduta del giorno successivo. A tal pro è stato nuovamente utilizzato lo strumento del Dpcm, ovvero i decreti del Presidente del consiglio dei ministri. La questione ha acceso il dibattito, anche tra i giuristi. Ne abbiamo parlato con l’avvocato braidese Alberto Rizzo, cassazionista e direttore generale dell’Accademia di educazione finanziaria, che ha formulato alcune riflessioni in merito, partendo da una precisa e quanto mai utile spiegazione dello strumento del Dpcm, termine che sempre più spesso si sente citare, ma di cui molti ignorano le caratteristiche.
L’opinione di Alberto Rizzo – La gestione della pandemia – Io la penso così
«I dpcm rappresentano uno strumento legato a uno stato di emergenza o piuttosto denunciano una incapacità?»