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L’opinione di Alberto Rizzo – La gestione della pandemia – Vi spiego perchè

«il perdurare della crisi sanitaria iniziata mesi fa non può essere ritenuto un evento inatteso o imprevedibile»

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«Occorre, in primo luogo, domandarsi se gli strumenti giuridici adottati dal Governo per limitare i diritti dei cittadini siano legittimi e adeguati rispetto al quadro costituzionale e normativo vigente. Il Governo, infatti, sino a oggi ha adottato misure “extra ordinem”, non ricorrenti prima d’ora nella storia repubblicana. Un passaggio parlamentare, in effetti, c’è stato con la conversione del Decreto Legge 17.03.2020 n. 18 e, tuttavia, le restrizioni dei diritti fondamentali dei cittadini sono reiteratamente giunte attraverso i Dpcm. I Dpcm si collocano tra l’atto politico e l’atto amministrativo, e sfuggono al controllo del Parlamento, del Presidente della Repubblica e della Corte costituzionale.Inoltre, non sono facilmente “giustiziabili” da parte del cittadino che si senta leso in uno dei propri diritti o libertà fondamentali. Vi è da ribadire, inoltre, che la Costituzione conosce, all’articolo 78, lo “stato di guerra”, non lo “stato di emergenza”. Non a caso, lo stato di emergenza è stato dichiarato in base ad una legge ordinaria, ovvero in forza del Codice della protezione civile. Nel caso del nostro Paese lo “stato di emergenza” non è stato deliberato dal Parlamento, né dichiarato dal Presidente della Repubblica. Dunque, seppur la nostra Costituzione non contenga una disciplina specifica dello “stato di emergenza”, non di meno la legislazione di emergenza deve rispettare la nostra Costituzione, nonché i principi dell’Unione europea. Ci troviamo di fronte a una gestione dell’emergenza che suscita fortissimi dubbi di legittimità costituzionale, approssimativa e minata ancor più da un regionalismo incompiuto, inconcludente, ed in mano a una classe politica in larghissima parte totalmente impreparata ed inadeguata. L’utilizzo dei Dpcm, inoltre, viola il principio di legalità dell’azione del Governo e del suo Presidente, marginalizzando l’azione del Parlamento, relegandolo a un ruolo di mera ratifica formale. Non si può ritenere che, a distanza di molti mesi dallo scoppio della crisi sanitaria, si debba continuare a vivere in uno stato di perenne emergenza, tanto da portare uno dei massimi costituzionalisti del nostro Paese a domandare pubblicamente se ci troviamo di fronte a una proroga dell’emergenza o dell’impotenza? O peggio ancora dinnanzi ad una proroga dell’incapacità?