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“Un pugno alla sete” diventa anche un libro

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Ha avuto tante vite e tutte solidali, “Un pugno alla sete”, l’evento benefico legato alla pallapugno organizzato da Elio Stona per conto del Lions club “Canale-Roero” nel 2006 che ha visto i migliori giocatori di serie A sfidarsi in campo con formule diverse. L’idea era di dare luogo a un evento che si concludesse con un’unica edizione, quella del 2006, ma, l’apprezzamento da parte degli stessi giocatori coinvolti fu tale che si decise di dar seguito all’iniziativa. E così si è arrivati a 11 edizioni e quasi 22.000 euro raccolti con cui sono state finanziate diverse iniziative benefiche: l’iniziale “Progetto Africa”, finalizzato alla costruzione di pozzi d’acqua nella Diocesi di Palah in Ciad, poi la raccolta fondi da destinare alla ricostruzione post-terremoto a Mirandola, l’operazione “Smile”, la “Banca degli occhi”, il sostegno alla “Collina degli elfi” e il progetto dei cani guida del Lions club.

Mancava un ultimo tassello: un libro, ricco di immagini, che raccontasse l’avventura che Elio Stona, e chi lo ha aiutato, ha vissuto in questi anni, con tutte le vicissitudini affrontate. Ora c’è, dal momento che il monticellese ha da poco dato alle stampe “Un pugno alla sete-Undici anni di beneficenza con la pallapugno”.

Rimettendo mano a tanto materiale, da quale aspetto è stato colpito in maniera particolare?

«Mi hanno colpito le foto che te­stimoniavano la presenza di un pubblico numeroso sugli spalti. L’incasso medio, al lordo delle spe­se, delle undici edizioni è stato di 2.115 euro a gara: ben poche partite di Serie A hanno questo incasso! Poi, scorrendo le cifre, sono rimasto colpito dalla partecipazione degli “addetti ai lavori”: 57 giocatori di serie A e B coinvolti; 11 allenatori, 8 arbitri, altre 16 persone coinvolte a vario titolo. E poi 3 squadre seniores femminili, 8 di “pulcini” e 8 di “esordienti”. Senza contare i giornalisti, fotografi, operatori tv, sponsor. E Dino Pa­squero che ha disegnato tutti gli 11 bozzetti per i manifesti. Im­paginando il libro via via mi accorgevo di aver messo in piedi una manifestazione di cui, senza falsa modestia, sono estremamente orgoglioso!».

Quale il ricordo più bello?
«Quello legato alla cena post-partita della prima edizione, quando i giocatori mi hanno chiesto di rifare il torneo anche negli anni a seguire. Ma non dimentico l’abbraccio fraterno con Giorgio Vacchetto della seconda edizione, quando ha devoluto a “Un pugno alla sete” la cifra raccolta dagli altri giocatori per ricordare la mamma da poco scomparsa. E poi la felicità dei bambini quando venivano premiati. E l’allegria durante i vari pranzi e cene offerti a giocatori e pubblico. Ho tutte le edizioni ben presenti nella mia mente ed ognuna, a suo modo, è indimenticabile. Come indimenticabile è stata la partecipazione di tutti gli sponsor, senza l’aiuto dei quali ben poco avrei potuto fare».

Un aneddoto legato a queste 11 edizioni?
«Nell’edizione del 2013 le squadre venivano formate dai giocatori più votati sul sito “Lo sferisterio” e tra i più votati figurava Luca Mangolini, non certo un “top player”. Cercando di capire il motivo di tanti voti siamo venuti a sapere che il buon Luca, volendo assolutamente partecipare al torneo, aveva praticamente costretto tutti i parenti e amici a votare per lui. Alla fine la sua volontà è stata premiata».